Torna la grande cultura abruzzese con il Premio Laudomia Bonanni

01 Ottobre 2013   10:28  

Il Premio Letterario Internazionale “L’Aquila”, intitolato ad una delle più grandi scrittrici italiane del ‘900, l’aquilana Laudomia Bonanni, è nato nel 2002 per volontà della Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila e del Consiglio Regionale d’Abruzzo. Si articola in quattro sezioni, poesia edita, edita opera prima, istituti scolastici superiori e una sezione dedicata ai componimenti dei detenuti degli istituti di pena italiani, organizzata in collaborazione con il Ministero di Giustizia, l’unico concorso di poesia in Italia di tale genere.

La premiazione di questa sezione avviene all’interno del Casa circondariale di massima sicurezza dell’Aquila, con la partecipazione dei detenuti e dell’ospite d’onore. I bandi sono stati inviati alle maggiori case editrici nazionali nel mese di marzo e la cerimonia di premiazione si terrà a L’Aquila, presso il Ridotto del Teatro Comunale, venerdì 25 ottobre alle ore 17.00 e sarà presentata, come ogni anno, dal noto giornalista della Rai Andrea Fusco.

Fanno parte della Giuria nomi importanti del mondo letterario e giornalistico italiano: Liliana Biondi (docente di Letteratura italiana presso l’Università dell’Aquila, Anna Maria Giancarli (poetessa, fondatrice del premio di poesia elettronica Poetronics), Mila Marini (scrittrice, vincitrice di numerosi premi nazionali), Renato Minore (firma autorevole della terza pagina nazionale de “Il Messaggero”, Francesco Sabatini (Presidente dell’Accademia Italiana della Crusca), Maria Luisa Spaziani (fondatrice del Premio Montale e maggiore poetessa italiana ed europea vivente), Franco Scaglia (Presidente di RAI Cinema e RAI International), Giorgio Barberi Squarotti (Ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Torino) e Sergio Zavoli (giornalista, poeta, Senatore a vita, già Presidente della Rai).

Ogni anno è stato ospite del Premio a L’Aquila, per più giorni tenendo conferenze ed incontri, un poeta di livello mondiale, in una ottica di internazionalizzazione della manifestazione. Si sono succeduti, nell’ordine: Evgenij Evtusenko (ex Unione Sovietica), Edoardo Sanguineti (Italia) e Adonis (Siria), Derek Walcott (St. Lucia, Premio Nobel per la Letteratura 1992), Kikuo Takano (Giappone), Mahmud Darwish (Libano), Ana Blandiana (Romania), Mark Strand (Usa), Titos Patrikios (Grecia), Nathan Zach (Israele), John Deane (Irlanda), Tahar Ben Jelloun (Marocco-Francia). Sin dalla prima edizione, il Premio si è affermato come uno dei più prestigiosi concorsi di poesia italiani ed ha visto sempre la partecipazione delle maggiori case editrici nazionali e dei poeti più affermati.
Grande attenzione viene rivolta inoltre alla comunicazione, con l’acquisto di spazi sui quotidiani regionali, giornali on-line e sulle tv locali (la serata finale viene ripresa integralmente), con la stampa di inviti, brochure, locandine, spot nelle sale cinematografiche e totem posizionati in città (120x300 cm.).

NASOS VAGHENAS - OSPITE D’ONORE PREMIO

Nasos Vaghenàs, nato a Drama (nella Grecia settentrionale) nel 1945, prolifico poeta della cosiddetta “generazione del ’70”, è stato docente universitario di Letteratura neogreca a Rèthymno (Creta) e dal 1992 è docente di Teoria della Letteratura ad Atene, dove ha studiato filologia. Ha insegnato anche a Roma, Essex e Cambridge, dove ha anche redatto la tesi di dottorato dedicata alla poesia di George Seferis.
Ha esordito nel 1974 con la raccolta Campo di Marte, a cui hanno fatto seguito: Biografia (1978); Le ginocchia di Roxane (1981); Vagabondaggi di un non viaggiatore (1986); La caduta dell’uomo in volo (1989); Odi barbare (1992).
È autore di importanti saggi di teoria letteraria e sulla traduzione (La veste della dea, 1988; Poesia e traduzione, 1989), e di studi sui maggiori autori della letteratura greca contemporanea (tra i quali si ricorda Il poeta e il ballerino, 1979, sulla poesia di Seferis).
È stato tradotto in numerose lingue. In Italiano: Vagabondaggi di un non viaggiatore, a cura di Caterina Carpinato (Crocetti Editore 1997).
Ballate oscure è il libro più importante di Vaghenàs, pubblicato in Italia da Crocetti. In questa raccolta, Vaghenàs realizza quella che nei suoi saggi definisce come l'istanza letteraria fondamentale del nostro tempo: restituire la magia poetica alla lingua quotidiana, cioè liberarsi del linguaggio prosastico a cui il verso libero ha condotto la poesia contemporanea. La sua poesia è un'esperienza reale, fatta di ricordi che emergono da un passato inesplorabile e di suggestioni provocate da oggetti comuni. In Ballate oscure ritroviamo temi e motivi conosciuti dalle precedenti raccolte poetiche di Vaghenàs (Vagabondaggi di un non viaggiatore, Crocetti 1997), ma riordinati qui in una prosodia che attinge ai versi in metrica e rima, elementi mai sfruttati prima nella poesia greca contemporanea. Elementi grazie ai quali il verso libero di Vaghenàs e la sua lingua quotidiana acquistano un nuovo vigore e un alto livello poetico.

 

FRANCO LOI - OSPITE D’ONORE

Franco Loi nasce a Genova nel 1930. La famiglia si trasferisce nel 1937 a Milano, dove Loi si diploma in ragioneria. Lavora prima come impiegato allo scalo merci del porto di Genova fino al 1950, in seguito all'Ufficio della Rinascente per le relazioni pubbliche e nel 1962 è addetto all'Ufficio Stampa della casa editrice Arnoldo Mondadori.
La sua prima produzione poetica nacque tutta in una breve stagione, tra il settembre1965 e l'estate 1974 quasi "sotto dettatura". Così il poeta rievoca quegli anni fondamentali: "scrivevo versi per quattordici ore filate al giorno, mi sono sempre considerato amanuense di Qualcuno".
Nei suoi testi Loi usa un dialetto milanese molto aperto alle contaminazioni, intrecciando voci diverse: dal dialetto milanese della tradizione letteraria al gergo dialettale proletario e sottoproletario non solo milanese, dagli arcaismi ai forestierismi, fino ai neologismi e alle sue personali invenzioni, ottenendo un impasto linguistico di forte originalità espressiva, che spesso si nutre di polemica sociale e talora anche politica.
A partire da Stròlegh, uno sguardo penetrante e insieme visionario nel mondo operaio e popolare della Milano anni Quaranta e Cinquanta, cui hanno fatto seguito Teater (1978), in cui come suggerisce il titolo tutto si svolge come su una scena teatrale, L'angel, una sorta di romanzo in versi in cui compaiono anche passi in genovese, emiliano e romanesco, L'aria (1981), Bach (1986), Liber (1988), la sua ricerca ha recuperato con uguale efficacia e originalità l'epica popolare e l'intimismo lirico. Ha realizzato ancora: Memoria (1991), Umber (1992), Arbur (1994), Amur del temp (1999), Isman (2002), Aquabella (2004). Nel 2005 ha pubblicato Aria de la memoria, un'antologia delle poesie scritte tra il 1973 e il 2002. Con Voci d'osteria (2007) ha messo in forma poetica il copioso materiale raccolto nel tempo ascoltando le voci della gente comune, ovunque ci fossero ancora persone in grado di parlare in dialetto milanese, mezzo espressivo da sempre ritenuto straordinariamente capace di cogliere il carattere degli uomini e il senso della vita. Autore anche di una raccolta di saggi (Diario breve, 1995) e di racconti (L'ampiezza del cielo, 2001), nel 2010 ne è stata edita l'autobiografia Da bambino il cielo, a cura di M. Raimondi mentre nel 2012 sono state pubblicate la raccolta poetica I niül e il testo La luce della poesia, articolata riflessione sull'essenza di questo genere letterario.

Loi è stato vincitore del Premio Bonfiglio per la raccolta Stròlegh, del premio Nonino per Liber e ha ricevuto il Premio Librex Montale e il Premio Brancati 2008 (sezione poesia) con il libro Voci d'osteria.
È stato insignito dalla Provincia di Milano della medaglia d’oro e ha inoltre ricevuto dal Comune di Milano l’Ambrogino d’oro e il "Sigillo Longobardo della Regione Lombardia.
Ha contribuito a numerose riviste e lavora tuttora per Il Sole 24 ore.


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