Tragedia di Montesilvano, la difficile vita di Rachid

I residenti di Villa Verrocchio: "Era un uomo perbene"

10 Aprile 2015   11:12  

Regnano ancora stupore e profonda commozione nel quartiere di Villa Verrocchio di Montesilvano, dove viveva Rachid Romdhane, l'uomo di origine tunisina che mercoledì mattina si è ucciso cospargendosi di benzina e dandosi fuoco presso la Stella Maris.

L'uomo viveva da anni nel quartiere, prima con la moglie ed i due figli poi da solo a seguito della fine del matrimonio. Era riuscito a guadagnarsi la simpatia di tutti, che oggi lo ricordano come una persona perbene che, dopo aver perso il lavoro come pescatore, si guadagnava qualche soldo svolgendo lavori saltuari come giardiniere, muratore o elettricista.

Eppure doveva vivere una situazione di profondo disagio interiore, con ogni probabilità evidente anche da alcuni vizi, come l'alcool e le slot machines, e che quasi certamente ha avuto alla base i rapporti cpn la famiglia. Già nel 2005, a quanto risulta, tentò un gesto simile buttandosi in mare: in quell'occasione lo salvò un bagnino, anche se potrebbe essersi trattato di un gesto più che altro dimostrativo.

Un vicino lo ha dipinto come "un brav'uomo, col solo difetto di spendere troppi soldi al bar e di pensare poco ai bisogni della moglie e dei figli. In ogni caso, l'intero quartiere è profondamente addolorato per quello che gli è successo e ci auguriamo possa ora riposare in pace".


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