''Un crimine i tagli dei servizi sociali nei piccoli comuni montani''

18 Febbraio 2013   10:49  

Continua la solitaria battaglia di Andrea Venosini, sindaco del piccolo Comu nedi Celenza sul Rigno, contro i nselvaggi talgi ai servizi minimi nellle aree interne.  

''Non è più accettabile che i nostri servizi, si debbano piegare alla logica “dei tagli”, alla politica “dei numeri e dei bilanci”, elaborati nel chiuso di stanze dove non vedono i volti delle persone, non leggono le preoccupazioni delle famiglie e non comprendono i bisogni dei malati.

Questa politica finisce solo per isolare i nostri paesini, ci si dimentica del contribuito dei cittadini dei piccoli comuni, nel fare la storia, la cultura, le tradizioni e la crescita del PIL della nostra regione Abruzzo.

Allora mi domando se è lecito che in nome dei bilanci e dei numeri si possa abbandonarli, cancellarli.

I nostri luoghi sono abituati al sacrificio, al lavoro duro, al vivere comune, ad affrontare in maniera fiduciosa sia i momenti lieti che quelli difficili, come la guerra e l’emigrazione, ma adesso per colpa dei tagli e dei bilanci i nostri paesini sono destinati a scomparire per sempre.

Fino a non molti anni fa i servizi presenti in ogni piccolo comune testimoniavano la presenza dello Stato e della Regione interessati a conservare operoso e vivibile ciascun piccolo comune, servendo la popolazione con scuole, uffici postali, guardie mediche, trasporti pubblici, servizi minimi costituzionalmente previsti.

Queste scelte ci dicono una sola cosa: che sta accadendo qualcosa di grave, per questo chiedo alla politica di ascoltare il nostro grido di allarme.

Alcuni giorni fa sui giornali un padre di famiglia ha lanciato un disperato appello “sono pronto a vendere il mio voto per ottenere il servizio di scuolabus per i miei figli”.

Questo deve far riflettere, corriamo il rischio di trovarci tra qualche anno senza più servizi, si rischia la desertificazione, ci troveremo tra qualche anno ad avere piazze, centri storici, strade vuote, abbandonate e corsi d’acqua, fiumi, depuratori e boschi abbandonati, senza più il controllo dell’uomo.

Questa politica dei “tagli” sta mettendo in fuga i giovani e le famiglie, perché senza servizi quale futuro avranno nei nostri piccoli comuni le famiglie?

E quei pochi servizi che oggi sono presenti sul territorio non possono essere fruiti al 100%, in tempo utile a causa del territorio montano e della disastrosa viabilità. Tra qualche anno dunque accadrà che in molti centri storici ci saranno solo un mucchio di case cadenti.

Con questi scenari, tutta la politica si dovrebbe interrogare su quale sarà il destino dei nostri fiumi, boschi e depuratori.

Diventeranno forse aree di discariche abusive? Di sicuro, non è astruso affermare che anche le città costiere avranno nei prossimi anni grossi problemi.

Con lo spopolamento delle nostre colline, chi si prenderà cura dei depuratori, dei corsi d’acqua e chi vigilerà sulla sicurezza del Fiume Trigno.

La scelta di tagliare le guardie mediche e i trasporti nel medio e lungo periodo, costerà molto di più di quanto oggi si risparmia con i tagli, perché bisognerà intervenire nella bonifica e nel ripristino delle criticità. Già, l’inquinamento di questi giorni ha prodotto dei costi.

Allo spopolamento ed al mancato controllo del territorio dobbiamo aggiungere poi i costi sociali ed umani che avremo ed un impoverimento delle identità culturali di queste nostre zone.

Mi auguro che tutti i rappresentati politici di Vasto, San Salvo e di tutti i comuni del vastese, intervengano per dire no ai tagli ai servizi per le aree interne.''

 


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