Un mattino d’estate venne alla Pineta la poetessa Vittoria Colonna

02 Novembre 2013   08:00  

Nel 1509 un mattino d’estate venne a visitare il suo Feudo che si estendeva dalla Pineta fino a Zanni, la diciannovenne principessa Vittoria Colonna sposata da pochi mesi a Ferrante D’Avalos principe di Pescara e marchese di Vasto.

Fu accolta festosamente dalla città col suono delle campane di tutte le quattro chiese. Vittoria, di mirabile bellezza, arrivò a cavallo con un abito di velluto nero e una gran piuma di struzzo sul cappello seguita da uno stuolo di dame e cavalieri.

Allora la sua tenuta era una landa malarica abitata da pescatori e barcaioli che abitavano tra via Bardet e la chiesa di San Cetteo in casupole a pianterreno fatte con fanghiglia e ciottoli. Venne accolta dai rappresentanti della città che si presentarono alla bella poetessa, amica di Michelangelo scusandosi di non poterle offrire molto per il grande avvenimento.

I dirigenti di Pescara le fecero omaggio della Pineta con l’obbligo del perpetuo taglio e rimboschimento, una pineta che per la sua bellezza e posizione era la parte più bella della cittadina. Poi si chiamò dannunziana perché il Poeta in molti suoi scritti la nomina definendola : “ciuffo sconvolto”, “vasta ombra segreta , incanto di ombre secolari, vaghezza somma ..in cospetto dell’azzurro del mare, ..verde regno del silenzio dagli scrigni di resina”. Proprio accanto a questi pini sorse quello che veniva definito “nuovo rione balneare e climatico” la futura città giardino.

LA SPIAGGIA DELLA PINETA

La spiaggia sorse alla fine del 1800 ed era l’unica spiaggia dell’Adriatico con un piano regolatore prestabilito secondo un grandioso progetto dell’architetto Liberi, il quale intendeva collegare con ampi viali, i sei chilometri che la separano dalla spiaggia di Francavilla al Mare.

L’architetto Liberi e il professore Michele Clerico furono i primi a formare una società per lo sviluppo della pineta, costruendo villini , il bel Kursaal e uno stabilimento balneare che D’Annunzio chiamò Asteria ed un elegante tram su ferrovia con traino a cavallo.

Negli anni ’20 diventò una città giardino tra viali alberati, villini, caffè, ristoranti, circoli di ritrovo , scuole e la bella Chiesa Stella del Mare . Negli anni ’30 fu collegata alla Stazione di Portanuova dal tram elettrico e si costruì una piccola stazione ferroviaria al centro della Pineta. Questa spiaggia ,situata nel verde dei pini e dalle colline degradanti , offrì un diverso stile di vita , un vero sogno , ai molti che, per primi , si trasferirono dalla “nuova” frastornante città per godersi con la famiglia un luogo ameno dai dintorni di notevole bellezza con lo sfondo del Gran Sasso e la Maiella.

Ma il suo sviluppo fu purtroppo fermato e penalizzato dalla guerra d’Africa e dalla seconda guerra mondiale. Ricostruzione storiografica di Elisabetta Mancinelli i documenti e le immagini sono tratti dall’ Archivio di Stato di Pescara e da ”Racconti di una Pescara dannunziana” di Federico Valeriani e Rossella Perletta


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Vittoria Colonna
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