Università L'Aquila, il professor Nigro tra i relatori del meeting internazionale su citomegalovirus

25 Settembre 2012   09:40  

Il prof. Giovanni Nigro, Professore di Pediatria, Università dell’Aquila, Dipartimento di Medicina Clinica, Sanità Pubblica, Scienze della Vita e dell’Ambiente, Direttore della UOC Pediatria ASL1 e Responsabile del Centro di Riferimento Regionale per l’infezione congenita da citomegalovirus, presiederà l’INTERNATIONAL CONSENSUS MEETING ON PREVENTION AND THERAPY OF CONGENITAL CYTOMEGALOVIRUS INFECTION, che si svolgerà il 29 settembre nell’hotel Vittorio Veneto di Roma.

A darne comunicazione è la Direttrice del Dipartimento, prof.ssa M. Grazia Cifone, che vuole sottolineare la valenza internazionale dell’evento che dà lustro alla nostra città, alla nostra Università e alla nostra ASL.

L’infezione congenita da citomegalovirus (CMV) è un problema poco conosciuto, sottodiagnosticato, che colpisce circa un bambino su cento neonati. La trasmissione avviene dalla madre al feto, con conseguenze talora molto gravi, soprattutto se l’infezione è contratta dalla gestante nei primi 4 mesi di gestazione. Il CMV è un herpesvirus che, una volta contratto, rimane latente nell’organismo, pronto a riattivarsi in seguito a una riduzione delle difese immunitarie. Per questo, il CMV è considerato il primo responsabile di malattie gravi, talora mortali, nei soggetti immunodepressi quali i trapiantati o i pazienti con AIDS. Tuttavia, il feto non ha difese immunitarie valide, per cui il suo organismo è privo di ogni tipo di protezione in seguito a trasmissione del virus dalla madre infetta. I rischi per il nascituro sono numerosi e vanno dai problemi neurologici, come il ritardo mentale, i disturbi psicomotori, le sindromi spastiche, la sordità, ai disturbi più o meno seri dell’apparato gastroenterico, fino ai danni alla vista e agli occhi. La trasmissione del virus avviene soprattutto per via diretta, attraverso il contatto con la saliva, il sangue, le urine e i rapporti sessuali di soggetti, generalmente bambini, che eliminano il virus per anni con le secrezioni senza presentare segni tipici d’infezione (come l’herpes labiale o la varicella).

Il meeting italo-americano (3 relatori italiani, 8 americani) si prefigge 2 scopi principali:

-Favorire un accordo tra i massimi esperti di CMV congenito sulla necessità di sostenere, in attesa di un vaccino valido e in assenza di una terapia alternativa, la somministrazione di immunoglobuline per ridurre il rischio di trasmissione e lesioni al feto se la gestante contrae l’infezione da CMV, nonché di trattare con un antivirale i neonati con malattia congenita da CMV.

- Informare e sensibilizzare i medici maggiormente coinvolti dal problema dell’infezione congenita da CMV (ginecologi, neonatologi, pediatri), le autorità politico-sanitarie e l’opinione pubblica. Diffondere la corretta informazione sui rischi legati all’infezione significa anche sensibilizzare circa la necessità di un protocollo di screening o di cura adatto. E’ necessario ottenere il riconoscimento economico delle cure adeguate dal Servizio Sanitario Nazionale e del diritto di reperire i farmaci necessari per la cura in forma gratuita e legale. Le 11 relazioni saranno mirate a presentare tutti gli aspetti principali dell’infezione, in base alle più recenti scoperte, ai fini del riconoscimento di una terapia efficace sia prenatale che postnatale, in attesa di un vaccino efficace.


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