Upside down: un film sottosopra

Genere: Drammatico, Fantascienza, Sentimentale

Regia: Juan Solanas

Cast: Kirsten Dunst, Jim Sturgess, Larry Day, Timothy Spall, Heidi Hawkins, Don Jordan, Holly O'Brien, John Maclaren, Elliott Larson, Vincent Messina, Vlasta Vrana, James Kidnie, Nicholas Rose, Kate Trotter, Paul Don

Durata: 107 min

Voto: O 1/2

Adam (Jim Sturgess) e Eden (Kirsten Dunst) sono due ragazzi che appartengono a due mondi opposti, l'uno speculare all'altro. L'accesso tra i due universi è strettamente vietato dalla polizia di frontiera e quando un giorno i due ragazzi si conoscono e si innamorano, vengono separati con la forza. Dieci anni dopo Adam scopre che la sua amata lavora presso Trans World, una società nella quale collaborano (sotto stretta sorveglianza e a debita distanza) persone di entrambi i mondi. Riuscito a farsi assumere all'interno dell'enorme grattacielo, punto di collegamento tra il mondo di sopra e quello di sotto, Adam cercherà di riconquistare Eden e annullare le distanze tra i due mondi.

L'idea di due mondi sovrapposti, che il regista Juan Diego Solanas ha raccontato di aver tratto da un'immagine onirica, è certamente suggestiva nonchè originale. A livello visivo ciò permette una serie di possibilità grandissime, sfruttate a pieno dal regista che ci offre paesaggi strabilianti e vedute vertiginose.

Il fatto di mischiare due generi così diversi, come quello romantico e fantascientifico, non porta, invece, l'effetto desiderato. Al contrario di ciò che avviene nel film, dove il protagonista riesce alla fine a miscelare sostanze appartententi ai diversi mondi, a livello narrativo i due generi non si fondono, anzi. La parte sentimentale viene usata in maniera strumentale a favore del plot fantascientifico: il continuo rincorrersi dei due amanti permette di mostrare, in tutte le possibili sfaccettature, il modo in cui la gravità agisce sui due mondi, ma lascia continue, piccole faglie nel racconto, impossibili da colmare.

Il risultato è un racconto discontinuo e poco coinvolgente, che conduce a un finale banale e per nulla soddisfacente.

di Maria Rita Graziani