Venezuela: Comites e CGIE stessa faccia di due organismi inutili

E’ urgente la riforma o l’abolizione delle due istituzioni

06 Marzo 2016   16:49  

Si fanno sempre più numerose le prese di posizione e di critica rispetto alla reale utilità e quindi al mantenimento dei COMITES e dei CGIE per quanto riguarda  reale rappresentatività, modalità di utilizzo dei fondi destinati alle iniziative di sostegno alle nostre comunità all’estero e trasparenza amministrativa, per non parlare (e questa è una nostra riflessione) dell’occupazione ultra decennale sempre da parte delle stesse persone delle cariche elettive in questione.

Ma prima di addentrarci in qualsiasi riflessione vogliamo sinteticamente spiegarvi che cosa sono questi due organismi e di che dovrebbero occuparsi.

Spiegazione che riteniamo indispensabile vista la scarsa conoscenza dell’argomento tra i cittadini italiani residenti all’estero, constatazione confermata analizzando le cifre  che riguardano le percentuali (da elezioni condominiali) di votanti  che hanno espresso il loro diritto al voto almeno qui in Venezuela.

C’è da chiarire che la disciplina del settore tutt'oggi in vigore è regolata da due leggi: la prima è relativa ai Comitati degli italiani residenti all'estero, i cosiddetti COMITES; la seconda, la legge n. 368 del 1989, è relativa invece al Consiglio generale degli italiani all'estero, cosiddetto CGIE.

Da un attento esame del testo delle due leggi emerge una sostanziale identità di compiti e funzioni dei due organismi. Entrambi infatti vengono qualificati dalla relativa legge come organi di rappresentanza degli italiani all'estero (sia dalla legge sui COMITES sia dalla legge sul CGIE).

Ma allora perché si continuano a mantenere i due organismi?

Che, tra le altre cose, sottraggono risorse economiche  non indifferenti che potrebbero essere utilizzate a favore della collettività?

Quale la ragione? Per  il gusto di occupare una poltrona? O per quanto riguarda i consiglieri del  Cgie, viaggiare gratis, a volte in business class, con una sostanziosa diaria?.

A questi legittimi dubbi, che ci angosciano riflettendo sul tema, si aggiungono le perplessità in merito alla constatazione dell’ esistenza di un terzo livello di rappresentatività che è quella dei parlamentari eletti nelle circoscrizioni estere il cui compito dovrebbe essere proprio quello di tutelare e difendere i diritti degli italiani all’estero.

Insomma dall’analisi del tema emerge una sovrapposizione di ruoli e competenze che almeno per COMITES e CGIE è semplicemente identico e senza spiegazione.

Ma oltre alle considerazioni sulla inutile ripetitività delle funzioni di questi organismi è urgente anche riflettere sulle modalità di voto degli stessi, che riproducono, questa volta nei tre livelli, gli stessi deficit normativi del processo elettorale.

Un processo che và urgentemente riformato se vogliamo continuare a mantenere il diritto di voto per gli italiani all’estero, una conquista che senza dubbio consideriamo di civiltà ma che nello stesso tempo così come espletata non dà garanzia alcuna della segretezza, sicurezza e libera espressione del diritto stesso.

Garanzie che in paesi come il Venezuela, dove corruzione e illegalità hanno un’alta incidenza, sono praticamente nulle continuando con l’invio per posta o currier delle schede elettorali.

Un sistema tristemente noto per la completa inaffidabilità dimostrata in precedenti tornate elettorali svoltesi nel paese e già ampiamente descritto in un nostro precedente servizio http://www.abruzzo24ore.tv/news/Elezioni-degli-italiani-all-estero-un-sistema-di-voto-da-cambiare/113464.htm  .

In ultimo una considerazione sull’assenza di un ricambio generazionale di candidati e di conseguenza dei rappresentanti eletti che almeno in Venezuela e praticamente nullo, stesse facce e stessi discorsi che si ripetono da oltre 10/12 anni.

Un’inamovibilità, come dicevamo all’inizio della nota, che unita alla scarsa partecipazione di votanti al processo elettorale  tende a confermare ragionevoli dubbi sulla reale rappresentatività di chi oggi siede, amministra ed orienta i fondi destinati alle drammatiche necessità della collettività italiana in Venezuela.

Gianfranco Di Giacomantonio  Caracas - Venezuela  


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