Venezuela: Un anno senza Chavez

05 Marzo 2014   23:02  

Esattamente un giorno come oggi, il 5 marzo del 2013 moriva Hugo Chavez,artefice e leader indiscusso di una delle rivoluzioni più originali degli ultimi anni.

Il suo funerale fù un’ apoteosi partecipativa, per circa 10 giorni una fila interminabile di persone rese omaggio alla salma e questo lo consacrò tra i grandi  della storia di questo martoriato continente.

Un anno dopo però il suo delfino ed attuale presidente Nicolas Maduro si trova ad affrontare una delle più gravi crisi economiche e sociali che il paese abbia mai attraversato nel corso della rivoluzione.

E’ dal 12 febbraio infatti che le manifestazioni, incominciate nelle università, si sono estese anche tra diversi strati della popolazione.

Naturalmente la destra più estrema non si è lasciata sfuggire l’occasione di cavalcare il movimento di protesta fino ad arrivare all’arresto di Leopoldo Lopez, uno dei suoi capi più attivi in questo momento.

La comunicazione, che per il defunto presidente era dote naturale, sembra non essere nella facoltà dell’attuale gruppo dirigente e della capacità di attrazione del consenso è rimasto ben poco a parte i continui richiami alle gesta del defunto, che marcano ancora di più le difficoltà in termini propositivi dell’attuale governo.

Una crisi che poteva essere risolta avviando un dialogo con le parti sociali interessate rischia di avvitarsi, grazie anche alla reazione scomposta delle forze preposte all’ordine pubblico,  in una spirale senza fine che può travolgere tutto e tutti in un cammino senza ritorno.

Noi giornalisti come sempre e purtroppo non solo qui in Venezuela, siamo la categoria, dopo i manifestanti chiaramente, più esposta alla repressione e così il governo non contento di aver varato una legge che praticamente vieta di raccontare fatti violenti, pena il carcere, non soddisfatto con la cacciata della corrispondente della CNN, non contento nemmeno della politica dei  “consigli” ad personam, arresta ed espelle chi non si conforma ad un’informazione che rappresenti una sola ragione.

Ma se dal lato della comunicazione e dell’informazione le cose vanno male, non va meglio la situazione a livello sociale con  la corruzione che sottrae il 50% delle ricchezze del paese,con l’incognita della sicurezza personale, con il dilagare della microcriminalità che uccide per pochi centesimi di euro, tutte problematiche a dire il vero ricevute in eredità dai governi di destra degli anni passati, ma che il corso rivoluzionario non è riuscito ad affrontare e risolvere.

Sicuramente ed ad onestà del vero va dato merito alla rivoluzione se oggi tutti gli anziani percepiscono una pensione, possono avere una carta di credito ed aspirare ad avere una casa, ma queste considerazioni possono essere sufficienti a fermare il malcontento dilagante nel paese per l’alto tasso d’inflazione, per il livello di salari che non coprono nemmeno la prima settimana, per la mancanza di prospettive professionali ed ultimamente per la carenza dei generi di prima necessità? Carta igienica, farina, zucchero, caffe … ecc ecc.?

E mentre lo spirito indomito del comandante Hugo Chavez aleggia preoccupato su un paese in cerca di pace, restiamo in attesa perché i prossimi giorni saranno decisivi per governo ed opposizione affinchè trovino una via non violenta per una soluzione che possa accontentare tutti.

Gianfranco Di Giacomantonio  Caracas-Venezuela

Ultimissime: Il Presidente Nicolos Maduro annuncia l’uscita della Republica Bolivariana di Venezuela dall’OEA.


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