Venti di secessione a Sulmona: ''Basta con L'Aquila, vogliamo passare con Pescara''

04 Novembre 2013   10:21  

Venti di secessione in Valle Peligna. Un centinaio di cittadini si sono riuniti in assemblea accogliendo l’invito lanciato dall’avvocato Vincenzo Colaiacovo. provenienti da Sulmona, Pratola, Raiano, Introdacqua e Bugnara e da altri centri peligni. Per dar forza al progetto che prevede il passaggio dalla Provincia dell'Aquila a quella di Pescara.

''La nostra non è una mera provocazione – ha spiegato l'avocato Colaiacovo al quotidiano Il Tempo - è una battaglia vera e propria che combatteremo fino in fondo avvalendoci delle norme prescritte in materia di passaggio da una provincia ad un’altra lo scopo di questa iniziativa è quello di un riequilibrio del territorio, segnando il distacco dell’area peligna dalla provincia aquilana, che finora ci ha solo penalizzato».

Si dovrà partire con un'iniziativa del Comune, ovvero con l'approvazione della proposta da parte del consiglio comunale; seguirà il parere consultivo, ma non vincolante, della Regione e, infine, si dovrà raggiungere l'emanazione di un provvedimento da parte del Parlamento.

La Provincia dell'Aquila è stata accusata di disinteressarsi completamente dell'area Peligna e dell'Alto Sangro. Come dimostra il rischio di chiusura del Tribunale di Sulmona, l'esclusione del capoluogo peligno dal cratere sismico, l'allocazione privilegiata delle risorse nell'area Marsicana a a aquilana dove si concentra il potere politico e burocratico. Le industrie hanno progressivamente lasciato l'area peligno, avviando una crisi ancora irrisolta e man mano sul campo sono rimasti migliaia di disoccupati e cassintegrati. Poi è cominciato lo stillicidio degli uffici pubblici.

Cambiare provincia ha incalzato Colaiacovo l'unica maniera per sottrarre il capoluogo peligno e il comprensorio del Centro Abruzzo a quella logica di irreversibile e costante attrazione di ogni risorsa verso il capoluogo aquilano''

Le industrie hanno progressivamente lasciato l'area peligno, avviando una crisi ancora irrisolta e man mano sul campo sono rimasti migliaia di disoccupati e cassintegrati. Poi è cominciato lo stillicidio degli uffici pubblici. «Costituiremo un direttivo di cinque componenti - conclude Colaiacovo - tra questi sarà designato un presidente che allaccerà rapporti con tutte le categorie cittadine e comprensoriali e con i rappresentanti delle istituzioni.

 


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