ZFU pescarese: CNA, impegno di tutti per rilanciare il progetto

24 Settembre 2012   12:43  

Le forze sociali e le istituzioni locali si mobilitino per riannodare i fili della Zona Franca Urbana pescarese, cancellata dalla sera alla mattina dal governo Berlusconi, con un tratto di penna dell'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti.

Lo afferma la Cna pescarese, secondo cui il rilancio ventilato dal ministro della Coesione territoriale, Fabrizio Barca, deve trovare una pronta disponibilita' da parte dei diversi attori sociali e istituzionali, per rilanciare un discorso bruscamente interrotto dal precedente governo.

"Ci siamo battuti per mesi contro l'oblio caduto su questa vicenda - ricorda il direttore della confederazione artigiana, Carmine Salce - tentando di coinvolgere l'amministrazione e il consiglio comunale in una forte iniziativa politica, ma invano".

"Della Zfu pescarese, cosi' - accusa Salce - dopo il contratto firmato dall'allora ministro dello Sviluppo economico e dal sindaco di Pescara il 29 ottobre del 2009, dopo dichiarazioni che sottolineavano "l'attenzione del governo di centrodestra verso una misura amministrativo-finanziaria che consentira' il rilancio della piccola e micro-impresa nelle aree piu' disagiate del territorio", sono rimasti nell'ordine: una gigantesca bolla speculativa sugli immobili realizzati nel perimetro dei quartieri interessati; le immagini dell'inaugurazione con i fotografi al seguito di eleganti uffici, in via Tavo, rimasti deserti; un link surreale sulla home page del sito istituzionale del Comune che descrive una Zfu inesistente". 


Ora, a detta della Cna di Pescara, occorre che tutti i protagonisti della vicenda mettano in campo tutti quei rapporti istituzionali, a cominciare da quelli frettolosamente abbandonati, forse per "ragion politica", con gli oltre venti centri italiani interessati dallo stesso provvedimento.

In modo da rilanciare un progetto che - benche' fortemente ridimensionato e ricondotto nelle intenzioni del Governo Monti al regime degli aiuti "de minimis", pure potrebbe rappresentare una boccata d'ossigeno per le aree piu' disagiate della citta', visto che si tratta delle zone piu' depresse di Pescara: "In queste condizioni - conclude Salce - l'ipotesi di ottenere 6 milioni di euro per sgravi e agevolazioni, non e' certo ipotesi da disprezzare, in una citta' che nel frattempo ha dovuto subire i contraccolpi gravissimi della crisi del porto.

Con le evidenti ricadute economiche e sociali che sono sotto gli occhi di tutti".


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