Zona industriale di Chieti, bruciato capannone di amianto: c'è del dolo?

24 Giugno 2013   11:40  

"In questi giorni, anche grazie ad alcune nostre segnalazioni, le autorità si stanno muovendo per bonificare diverse discariche abusive e per individuare i responsabili dell'inquinamento. A tal proposito, il 17 giugno 2013 abbiamo pubblicato un servizio sull'inquinamento da bonificare di Via M.Turchi nella zona industriale di Chieti.

Con l'intervento tra l'altro del nostro super eroe "Italy Man" avevamo segnalato all'uopo anche la presenza di un prefabbricato probabilmente in amianto con all'interno rifiuti abbandonati, chiedendo l'intervento per quanto di eventuale competenza del Settore Ecologia ed Ambiente del Comune di Chieti e della Polizia Ecologica. Ma, a seguito del nostro servizio, i cittadini della zona che avevano contattato il Censorino Teatino, ci hanno informato che il prefabbricato è risultato stranamente bruciato insieme all'area con le sterpaglie circostanti.

Così, abbiamo fatto nuovamente un sopralluogo e abbiamo visto come con del materiale probabilmente simile a pece o catrame è stato dato fuoco alle sterpaglie circostanti alla baracca che è rimasta anch'essa bruciata, senza però distruggersi. forse anche perché materiali simili all'amianto possono resistere ad alte temperature; inoltre, sono stati tolti dall'interno del prefabbricato parte dei rifiuti, poiché l'incendio ha permesso di liberare l'ingresso della baracca ostruito in precedenza dalle erbacce. Pertanto, al fine di fare luce sulla vicenda i residenti della zona si pongono le seguenti domande da porre eventualmente all'attenzione anche delle autorità amministrative e giudiziarie: perché è stata bruciata l'area del prefabbricato in Via M. Turchi?

L'operazione è stata solo una grossolana operazione di bonifica?

Oppure dietro all'incendio si nasconde un tentativo di occultare le responsabilità dell'inquinamento della zona?"

Il Censorino Teatino


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