Pdl, liste confezionate: dentro Razzi, Pelino, Tancredi, Piccone e Di Stefano. Aracu è fuori

Il Pdl Pescarese eliminato

21 Gennaio 2013   16:55  

Il Pdl nazionale ha chiuso la partita delle liste e tra le ultime regioni, evidentemente tra le più problematiche, c’era anche l'Abruzzo.

E il nome di Razzi c'è. 

Al Senato correranno nell'ordine: Silvio Berlusconi, Gaetano Quagliariello, Paola Pelino, Antonio Razzi, Federica Chiavaroli, Antonietta Passalacqua ed Elicio Romandini. 

Alla Camera dei deputati nell'ordine: Filippo Piccone, Paolo Tancredi, Fabrizio Di Stefano, Massimo Verrecchia, Valeria Misticoni, Daniele D'Amario, Quintino Liris, Francesco Raglione, Andrea Parente, Luciana Di Marco, Manuela Fini, Denisso Cupaiolo, Massimo Pastore, Federico Di Lorenzo. 

E quindi, i "blindati" due su tre ce l'hanno fatta.

Pelino e Razzi dentro, Aracu fuori.  

Non solo l'onorevole Razzi c'è, ma è da notare che precede la consigliere regionale Federica Chiavaroli, che stante la sua posizione in quinta poisizione al Senato, rischia di non farcela.

Sabatino Aracu, dopo 4 legislature sembra uscire di scena, e senza troppi drammi commenta "Non mi sarei tirato indietro, ma il partito ha deciso così, e a poche ore dalla chiusura delle liste so che è fatta".

I big ci sono, entrano alcuni nomi locali di peso, come gli assessori alla provincia di Chieti e Teramo D’Amario e Romandini. 

Scompare invece quasi totalmente l'area pescarese del Pdl e così commenta il presidente del Consiglio regionale "Esiste un problema politico -spiega Nazario Pagano, - legato al fatto che non c'é un rappresentante pescarese in posizione utile nelle liste per le elezioni politiche. Dopo 20 anni la città più popolosa d'Abruzzo non avrebbe un proprio parlamentare dopo che in alcuni periodi ne aveva eletti addirittura tre".

E contro i blindati si era schierato il presidente di Regione Gianni Chiodi che minacciava di stracciare la tessera del Pdl: ''Così non va proprio bene, il Pdl rischia una forte debacle elettorale, se la situazione non si recupera e non si ravvedono, prenderemo altre strade. È un’operazione inaccettabile. L’Abruzzo merita una considerazione sufficiente per quanto ha fatto e quanto ha saputo esprimere.''

 


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