Terremoti: nelle previsioni di Bendandi violente scosse nel 2521 e nel 2761

Al telefono Paola Lagorio, presidente dell'Istituzione La Bendandiana, parla delle previsioni dei terremoti di Raffaele Bendandi.

L'istituzione sorge nella casa di Faenza, che fu di Bendandi. Gli ultimi anni della sua vita Raffaele Bendandi visse in povertà e con un accordo con il Comune cedette la sua casa all'amministrazione comunale in cambio di un vitalizio che fu di un milione l'anno. Quei soldi consentirono a Bendandi di continuare i suoi studi.

La Bendandiana nasce nel 1983 e da allora si occupa di ridare ordine agli studi dell'uomo che prevedeva i terremoti e dare scientificità alle sue teorie che si basavano sullo studio del cosmo.

Il materiale da cui parte lo studio delle teorie è stato in parte compromesso dopo la morte dello studioso artigiano. Una parte, quella cartacea, è stata ritrovata gettata sul pavimento della casa, tutta alla rinfusa. Manca quindi l'ordine cronologico, tra l'altro si tratta di materiale molto vario, carta velina, fatture etc..

Prima di tutto quindi si è pensato ad ordinare il materiale. In casa però sono stati ritrovati anche degli studi in parte bruciati. Tra questi quelli contenuti in una busta sulla quale Bendandi scrisse "da distruggere" e qualcuno ci provò pentendosene subito dopo e provando a recuperarli. Lì ci sono documenti che riguardano previsioni che vanno dal 1996 al 2012 fino al 3 gennaio 2013. Quelle carte ora sono oggetto di attentissimo studio di Paola Lagorio e di tutti i suoi collaboratori, di fatto però sembra che in queste manchi un riferimento preciso a possibili terremoti.

Di certo invece c'è che Bendnadi fece due previsioni puntualissime per i prossimi anni.

2521 e 2761 sono due anni in cui secondo Bendandi ci saranno due terremoti. Perché lo dice? Perché secondo i suoi studi si verificheranno degli allineamenti di pianeti che si collegano ai terremoti.

Paola Lagorio, molto gentilmente, ci ha rilasciato un'intervista ricchissima e lunga, che vi proporremo a puntate nei prossimi giorni.

(Barbara Bologna)