Venezuela: Volge in guerra civile la primavera venezuelana

21 Aprile 2017   09:31  

Sono stati mesi di atroce sofferenza per la popolazione venezuelana questi ultimi passati per lo più tra mancanza di cibo e conseguente pesante denutrizione denutrizione, totale assenza di farmaci essenziali e sicurezza personale.
Nonostante l’assenza sulla scena politica di un’opposizione unita ed in grado di canalizzare il malcontento popolare negli ultimi tempi si è vista crescere tra la gente la necessità di fare qualcosa  per arginare questa deriva autoritaria di un governo ormai allo sbando e sempre più aggressivo nei confronti dei cittadini inermi.
Sono così cresciute le manifestazioni spontanee che hanno portato in questi giorni in piazza milioni di persone a sfilare pacificamente per chiedere quelle elezioni fortemente avversate, con brogli e cavilli burocratici dal governo.
Le cifre della repressione di queste ultime settimane parlano chiaro circa la natura violenta ed antidemocratica di quello che resta della Repubblica Venezuelana, un paese ricco di risorse naturali al punto di essere considerato il quarto come paese al mondo esportatore di petrolio.
Dal 4 al 16 di aprile di questo anno il Foro Penale Internazionale, organizzazione non governativa, ha certificato 538 arresti in seguito alle manifestazioni, la maggior parte di queste persone sono già  portate in giudizio di fronte ai tribunali ed attualmente si trovano sotto processo, i carcere o con forti restrizioni della stessa.
6 sono stati i morti, tutti di giovane età e colpiti da proiettili provenienti dai “colectivos” gruppi paramilitari armati dal governo che si infiltrano nelle manifestazioni per terrorizzare i partecipanti e compiendo atti di vandalismo e saccheggio che poi vengono imputati ai manifestanti.
Anche la grande comunità italiana presente in Venezuela resta coinvolta in pieno in questa tragedia quotidiana e nei giorni scorsi ha pagato con la vita di un giovane italo-venezuelano di Barquisimeto il suo prezzo per la libertà. Gruseny Antonio Canelòn Scirpatempo di 32 anni è morto in ospedale dopo 30 ore di agonia in seguito alle ferite ricevute dai colpi sparati a bruciapelo dagli uomini della Guardia  Nacional.
La situazione si evolve di ora in ora verso una situazione di vera e propria guerra civile che senza un’intervento della comunità internazionale avrà tragiche conseguenze tra la popolazione civile.
E’ necessaria un’attenzione costante dei mezzi d’informazione sino ad oggi troppi silenti nei confronti di questa vera e propria tragedia che anche noi come cronisti abbiamo vissuto sulla nostra pelle.


Galleria Immagini

Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore