Accademia dell'Immagine, l'intervista esclusiva al fondatore Gabriele Lucci

"La Scuola Nazionale di Cinema è la nostra speranza"

31 Luglio 2013   17:40  

In un'intervista esclusiva Gabriele Lucci racconta l'Accademia dell'Immagine, quel “sogno a cui ho dedicato anche il mio testamento”.

Lucci nel 1991 insieme al premio oscar per la fotografia Vittorio Storaro dà avvio ad un'avventura cinematografica e didattica in cui credono in tanti. L'origine fu una convenzione tra la Lanterna Magica e l'Università dell'Aquila, approvata dal Senato Accademico, per rilasciare titoli di studio equiparati alla laurea universitaria, agli studenti che dopo anni di impegno, si diplomavano all'accademia.

La prima attività del 1993, poi  nel 1995 l'avvio dei corsi accademici.

Lucci fu direttore fino al 2006, poi la successione, ma il terremoto cambia la realtà, e quindi Lucci la accompagna anche dopo il sisma fino al 2011, cercando di "non lasciarla morire".

Tanta acqua sotto i ponti, tanti diplomati, e sopratutto, negli ultimi anni, un declino che tanti oggi considerano come “morte”.

Tante voci contrapposte sulle sorti della scuola, da destra, da sinistra, dalla cultura.

Per Gianni Chiodi deve chiudere, per Giorgio De Matteis già è morta, per la senatrice Stefania Pezzopane nessuno deve toccarla.

Per Lucci?

Per Lucci l'Accademia può farcela. Perché ciò sia vero, tutto è legato alla politica.

“Il mio sogno è che Chiodi, Cialente e l'assessore De Fanis si mettano intorno ad un tavolo. Vanno salvati alcuni principi: i posti di lavoro e il progetto dell'Accademia”.

I posti di lavoro:

tre persone che fino a qualche anno fa erano in forze all'Accademia oggi sono entrate nel progetto di convenzione con la Scuola Nazionale del Cinema de il Centro Sperimentale di Cinematografia (CSC) che ha L'Aquila realizza il corso di reportage. Gli altri sono una decina di cui 4 lavoravano all'interno del Cinema Massimo. Tutte professionalità che, secondo Lucci vanno salvate. 

Il progetto dell'Accademia:

Se inizialmente il progetto era quello di ente formatore, oggi quel ruolo in parte è interpretato dal Centro di Cinematografia, in parte è sfumato.

Lucci spiega: “Io ho accompagnato l'Accademia fino a dopo il terremoto, ma oggi parlo solo a titolo personale. Una possibilità per non sprecare il lavoro finora fatto e i posti di lavoro è trasformare l'Accademia in una interfaccia del Centro di Cinematografia, con corsi in extensions...come già facevamo in passato”.

Eppure la prima ipotesi di convenzione nel tempo si è modificata, e il Centro ha L'Aquila una sede distaccata come in Piemonte, Lombardia e Sicilia.

Il corso di studi a L'Aquila è triennale, e proprio in questi giorni si può partecipare al bando per l'ammissione al triennio 2013/2015.

Secondo Lucci, con il Centro di Cinematografia si può ottenere altro: “E' un ente solido, strutturato, potremmo trovare una convenzione che ricalchi la prima ipotesi, mantenendo anche il nome dell'Accademia”.

Perché invece allo stato attuale nelle stesse pagine del Centro di Cinematografia all'indirizzo http://www.fondazionecsc.it/context.jsp?ID_LINK=368&area=7 dell'Accademia, del suo nome, della sua storia, non vi è alcuna traccia.

“Nel 2003 feci testamento donando tutta la mia libreria all'Accademia, in questi giorni mi chiedevo 'a chi dono tutto se l'Accademia è morta' – racconta Lucci – ma non è affatto morta. E' solo necessario gettare le asce di guerra, e prendere una decisione che non va a vantaggio solo dei lavoratori ma dell'intera realtà culturale aquilana”.

E aggiunge: "Il mondo del cinema è disponibile"

di Barbara Bologna


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