Appello per L'Aquila cala la maschera: Ettore Di Cesare candidato sindaco

23 Gennaio 2012   15:54  

E' Ettore Di Cesare il candidato sindaco scelto da Appello per L'Aquila, movimento costituito da molti di quelli che, all'indomani del terremoto, hanno animato assemblee e comitati cittadini.

46enne, laureato in matematica, con esperienze di insegnamento all'Università Tor Vergata di Roma e fondatore di Openpolis, sito che censisce l'attività dei politici ad ogni livello in Italia, Di Cesare si è presentato alla città con una parola d'ordine in particolare: trasparenza. E' quella alla quale vuole ispirare l'esperienza amministrativa che verrà.

Trasparenza che inizia già dalla campagna elettorale: le entrate e le uscite saranno pubblicate sul sito del movimento, insieme al casellario giudiziario e lo stato patrimoniale di ciascun candidato.

Diverse le liste a cui si lavora, tutte con età media bassissima, "perchè - ha spiegato Di Cesare assieme a Carla Cimoroni, Giusi Pitari e Sandro Francavilla - la città non va ricostruita, va rifondata, e non possiamo certo farlo con i sessantenni".

La "rivoluzione della trasparenza", così la definisce, deve servire, tra le altre cose, alla tracciabilità delle pratiche per la ricostruzione delle case "E".

A proposito della città del futuro, Appello per L'Aquila punta a interrompere il consumo di suolo. "C'è costruzione ma non c'è ricostruzione, dobbiamo invertire questa tendenza" spiega Di Cesare, che propone una "democrazia reale e concreta, non intermittente come quella alla quale assistiamo". La ricetta? Rendere tutto trasparente: "Ti voto, ti controllo, partecipo, e se tra cinque anni non sono soddisfatto non ti rivoto".

"Dobbiamo ribaltare le nostalgie del 'com'era e dov'era, è un concetto conservatore" spiegano poi i promotori della coalizione civica. Ma non erano proprio loro quelli che, all'indomani del sisma, professavano questa teoria? "Era una reazione alle new town - puntualizza Di Cesare -. Che ci piaccia o no nulla sarà più come prima".

La città del futuro passa per lo "sviluppo delle potenzialità dei giovani". Come? "Ad esempio con la creazione di incubatori di imprese che si occupino di innovazione e sociale, attraverso spazi offerti con affitti agevolati, internet gratuito, consulenze gratuite per l'elaborazione di businessplan per i giovani che vogliano metter su un'attività". Lo spazio indicato è quello dell'area dell'ex complesso ospedaliero di Collemaggio, di proprietà della Asl.

Spazio anche alle critiche all'amministrazione di Massimo Cialente. A partire dalla strettissima attualità: "Il piano di ricostruzione che sarà presentato nei prossimi giorni perchè non è stato sottoposto ai cittadini?".
Il sindaco, poi, ha sbagliato fin dall'inizio, quando, all'indomani del terremoto, "doveva chiamare a raccolta tutta la città per trovare soluzioni ad una situazione così drammatica".
Sull'emergenza, "se invece di un'assistenza a pioggia si fosse seguito lo studio del professor Antonello Ciccozzi sulla microzonazione sociale, che è stato preso in esame persino in Giappone dopo il disastro di Fukushima, si sarebbe potuto agire con maggiore esattezza sulle reali necessità".

Appello per L'Aquila, che ha aperto la sua sede in Via Garibaldi 21, sposa poi la causa della neonata Rete delle donne aquilane per una parità di genere in giunta comunale.

Smentito il sostegno, o, addirittura, la presenza in lista, di Ferdinando Di Orio, ipotizzato dai media alla luce del fatto che il fratello di Di Cesare è avvocato di fiducia del rettore. "I legami di parentela sono insignificanti" dice il candidato sindaco portando l'esempio di Mattia Lolli, figlio del deputato del Pd ma aderente al movimento di Appello per L'Aquila.

Marco Signori


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