Huge Wine Glass: chi vuole il calice rotto?

Smentita l'offerta del Museo di di Berlino

24 Agosto 2010   10:45  

Un enorme bicchiere pieno di vino che non ha retto il peso di tanta abbondanza finendo per "crepare".
L'opera del famosissimo architetto giapponese Toyo Ito, è stata definita dallo stesso "un simbolo di libertà: un liquido che invece di essere costretto nella forma da un recipiente come un calice, si libera dalla costrizione del suo involucro dettando le regole e la forma". Effettivamente il liquido si è liberato, ma all'interno del calice, producendo l'implosione dello stesso. Dalla libertà quindi all'imprigionamento con fasce di sicurezza per evitarne il collasso, dopo soli 64 giorni dalla sua installazione in piazza della Rinascita.

La scultura, 20 metri cubi di volume (cinque metri di altezza per due di base), realizzata da Clax Italia, costata 1 milione e centomila euro è costituita di polimetilmetacrilato, una tra le resine acriliche più trasparenti sul mercato, o così sembra. Infatti le resine durante il freddo invernale non hanno retto alla dilatazione termica creatasi. E dire che Pescara non è certo una città così fredda, e che si erano fatte numerose ricerche e rinviato di molto l'inaugurazione proprio per scegliere la tecnologia, i materiali più adeguati e le resine migliori per creare un'opera il più possibile resistente nel tempo. Invece in soli 65 giorni sono andati in frantumi ben 1.100.000€, il 70% stanziato dalla multinazionale dei cementi Lafarge ed il restante 30% dalla Cassa di Risparmio della Provincia di Pescara.
La ditta che ha realizzato l'opera si è dimostrata immediatamente disposta a produrre un nuovo esemplare: ma è davvero necessario un nuovo "Huge Wine Glass"? Che poi non sarebbe più Huge dal momento che la casa la produrrebbe più piccolo. La questione è annosa.

Sulle condizioni in cui versa lo Huge Wine Glass si è aperto il contenzioso tra il Comune di Pescara la Clax di Pomezia e lo stesso Toyo Ito. A inizio estate, su incarico del Tribunale di Pescara sono stati effettuati dei carotaggi sul ‘calice', ossia prelievi di 21 campioni del ‘bicchiere', necessari per definire il materiale effettivamente utilizzato per la realizzazione della struttura, verificando se c'era corrispondenza tra il progetto e la sua concretizzazione, ossia tra le indicazioni dell'architetto Toyo Ito e quanto realizzato dalla Clax Italia nello stabilimento di Pomezia.


L'esito degli esami, previsto per agosto, dovrebbe arrivare ad ottobre. Ad oggi l'amministrazione non è in possesso di notizie ufficiali e sta attendendo il pronunciamento del Tribunale che, come prima istanza, dovrà pronunciarsi sulla possibilità di rendere di nuovo disponibile l'opera, ossia di mettere in condizioni il Comune di disporre del parallelepipedo per assumere le decisioni del caso, ossia se lasciarla dove si trova (come vorrebbe il Pd che ha scelto di intallare l'opera) o se rimuoverla (come vorrebbe l'attuale amministrazione) ascoltando anche la città.
Nell'attesa dei risultati sui prelievi però, si affollano ipotesi sul futuro dell'opera.
Smentita la notizia secondo cui la Neue Nationalgalerie di Berlino avrebbe espresso interesse ad acquisire il ‘calice'. Berardino Fiorilli, vicesindaco di Pescara: "Fino a oggi negli uffici del Comune non è pervenuta alcuna richiesta ufficiale, né tantomeno ufficiosa, da parte del Museo Nazionale di Arte Moderna di Berlino in merito al possibile acquisto dello Huge Wineglass. E' evidente che, qualora arrivasse tale proposta, verrà sottoposta a un'attenta valutazione."
Il Comune, tra le varie ipotesi, sta pensando anche all'ipotesi di un'asta pubblica.


"Di certo il Calice verrà rimosso da piazza Salotto, dove non si è mai armonizzato con il contesto urbano", specifica il vicesindaco Berardino Fiorilli, che ieri ha incontrato anche il giornalista e critico d'arte Luca Beatrice dinanzi al monumento. "Beatrice - ha affermato Fiorilli - ha avuto parole molto schiette e sincere in merito al Calice di Toyo Ito, un parallelepipedo realizzato in polimetilmetacrilato che non si è mai integrato nel tessuto urbano circostante, restando una struttura decontestualizzata. Soprattutto Beatrice ha chiarito anche in modo definitivo che quel cubo di forma rettangolare non può essere considerato un'opera d'arte, ma piuttosto va giudicata come la realizzazione di un architetto. "

L'opera fu inaugurata il 14 dicembre 2008, il giorno prima che il sindaco Luciano D'Alfonso fosse arrestato e il 16 febbraio 2009, appena 64 giorni dopo, è implosa tristemente. Se la Giunta pensa a ridisegnare piazza Salotto, come sempre attualmente, dovrà spostare lo Huge Wine Glass per realizzarvi un'altra opera. Spostarlo per metterlo dove? Per ora, ufficialmente, nessuno lo vuole. Chissà che un'asta pubblica non risvegli l'appetito di qualcuno. Ma di chi? Qualcuno ipotizza che potrebbe essere lo stesso Toyo Ito.

(Barbara Bologna)

 


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