Il terremoto e il mea culpa dei giornalisti

Intervista ad Angelo De Nicola

01 Dicembre 2009   14:31  

Prima del sei aprile in pochi a L'Aquila si erano chiesti se la loro abitazione fosse davvero sicura, in caso di evento sismico. Parole come ''tamponatura'', ''staffa'', ''calibro del cemento armato'', ''microzonazione'', ''carotaggio'' erano ignote ai più. Del resto pochi sapevano di vivere sopra faglie pericolosissime, che prima o poi si sarebbero riattivate. Quasi nessuno conosceva la storia della sua città, che nei secoli è stata funestata, con una certa regolarità, da tremendi terremoti. Di tutto ciò gli aquilani sono diventati esperti e consapevoli solo a catastrofe avvenuta.

La colpa è della classe dirigente, che già non ha i mezzi e spesso le capacità per gestire la normale amministrazione, figuriamoci le emergenze incombenti.

La colpa è dei cittadini, che acclamano e votano chi li rassicura, chi non minaccia il loro egoistico benessere materiale e psichico spesso illusorio, come invece fanno talvolta e con ottimi argomenti, i profeti di sventura. Il pessimismo del resto fa male al mercato e deprime i consumi, ed allora nel regime dell'ottimismo obbligatorio, diventa un tabù interiorizzato.


Ma la colpa, non giriamoci intorno, è anche dei giornalisti, nessuno escluso (compreso chi scrive) che per anni non hanno informato i cittadini dell'evidente e incombente rischio sismico sul territorio aquilano, tra i più pericolosi d'Italia e d'Europa, dove per anni si è costruito in modo palesemente non adeguato, dove per anni si preferito investire soldi pubblici per le sagre della porchetta o per opere inutili, piuttosto che per la meno visibile e coreografica messa in sicurezza degli edifici.

Dopo il sei aprile fioccano inchieste ed editoriali al vetriolo e grondanti di indignazioni sulle relazioni tecniche che attestavano la pericolosità di molti edifici pubblici e scolastici, poi inevitabilmente crollati a causa del sisma. Prima del sei aprile, invece, solo un pigro e imbarazzante silenzio sismico.
In occasione della presentazione del libro di Giampaolo Giuliani abbiamo discusso di questo ed altro con il giornalista del Messaggero, l'aquilano Angelo De Nicola

Filippo Tronca

 

 


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