La fase blu della ricostruzione dell'Aquila

19 Novembre 2009   09:53  

Riceviamo e pubblichiamo dal Collettivo 99, costituito da giovani architetti aquilani: 

''Collettivo99 è impegnato dalla fine di aprile a dotare la ricostruzione aquilana di un dibattito il più possibile edotto delle reali e globali necessità della contemporaneità, ma allo stesso tempo ampio e portatore delle istanze e delle necessità locali della cittadinanza attuale e, soprattutto, futura.

Per fare questo lavora alla costituzione di un “luogo comune” dove confrontare e raccogliere saperi ed istanze, fisicamente e funzionalmente in un arengo multimediale capace di esprimere – operativamente - un documento unitario di sintesi con l’obiettivo di scongiurare ricostruzioni calate dall’alto proponendosi come esperienza inedita di riconversione dal basso.

La strutturazione in forma apartitica ed interdisciplinare con un forte senso di responsabilità civica oltreché di preoccupazione per il proprio futuro dei partecipanti, ha condotto a delle parole chiave del progetto di riconversione oltra la ricostruzione in elaborazione per L’Aquila.

Riconversione appunto tendente all’autosufficienza energetica ecosostenibile, progetto di processo che renda città anche la lunga fase di cantiere, reversibilità oltre le opere provvisionali donando “adattabilità”; costellazione di innesti come strategia di intervento per punti e veicolo di nuova estetica, città-campagna puntando al superamento della loro deleteria distinzione ed all’autosufficienza alimentare della filiera corta.

Per circa 6 mesi l’attività del collettivo è si è mossa su due fronti:

  1. nel proporre una concreta alternativa al Piano C.a.s.e. voluto dall Governo e dalla Protezione Civile con l’assenso delle Ammnistrazioni locali per la fase intermedia dell’emergenza, argomentando come l’uso di moduli abitativi reversibili impilabili fornisse i tre vantaggi di un tempo inferiore per la posa in loco, del costo enormemente inferiore, della reversibilità degli insediamenti capace di non gravare sulle scelte future del territorio;

  2. nel proporre la ricostruzione come questione non rimandabile, non sottovalutabile e non delegabile ad attori esterni alla città, nella consapevolezza che le scelte avventate di oggi potrebbero costituire le nuove crisi urbane del domani.

E’ evidente che, con lo scorrere dei mesi, la proposta di ricostruzione diventa sempre più urgente e centrale, oltre che sempre più complessa, con  l’aggiungersi dei corpi estranei che l’emergenza ha reso, seppur discutibilmente, necessari.

E’ così che c.99 si sta aprendo sempre più ad altre discipline, che possano aumentarne la capacità critica, e si sta attrezzando in differenti tavoli ed azioni verso quell’idea di città sostenibile che L’aquila e gli aquilani meritano.

E’ una fase nuova del collettivo che, dalla gioiosa impulsività dell’arancio, meglio si rappresenta con la ferma e quieta ponderatezza del blu.

Il masterplan meta-progettuale è il primo documento in cui queste trovano applicazione ed è in relazione biunivoca con le lineegiuda. Esso è stato inizialmente presentato e discusso con la cittadinanza nel ciclo di incontri “Convergenze” con il coinvolgimento di protagonisti dell’architettura e della sostenibilità italiane ed internazionali (tra cui spicca la figura di Jeremy Rifkin) sollecitando condivisione e risposte alle istituzioni.

Le lineeguida sulla ricostruzione rappresentano il secondo documento in cui si esplicano le parole chiave ed è in rapportobiunivoco con il masterplan.. c.99 ha immesso nella Conferenza dei Comitati alcuni primi punti apprezzandone ampliamenti e miglioramenti.

Esse verrano dunque, come di seguito illustrato, ullteriormente sviluppate:

-      recepimento delle istanze della popolazione mediante questionari;

-          raccolta commenti ed integrazioni alle lineeguida di personalità della cultura aquilana;

-          collaborazione su masterplan e lineeguida di personalità della cultura globale.

Sulla scorta di queste due esperienze “locali”, c.99 ambisce a giungere alla redazione di una Carta dell’Aquila sulle Città Sostenibili del III Millennio (composta dai due documenti di indirizzo interrelati) frutto delle conoscenze provenienti da ogni parte del mondo e delle istanze proprie della contingenza aquilana, insieme all’auspicio di formare un saldo modus operandi di riferimento per tutti i tecnici a servizio della società, nel primario obiettivo di rendere L’Aquila esempio virtuoso globalmente riconosciuto per i prossimi decenni.

Masterplan e lineeguida stanno per essere attuati mediante progetti-pilota su aree individuate nel territorio urbano come portatrici del sufficiente grado di complessità ed esemplificazione. Tali progetti andranno attuati secondo forme di finanziamento e coinvlogimento di consorzi di imprese interessate a compiere i lavori di ricostruzione, a fronte dell’integrazione di tecnologie per la produzione di energie da fonti rinnovabili come per la bioclimatica che si spingano anche nella riqualificazione urbana da mediare attraverso Laboratori Urbani (in cui siano presenti, riconoscibili e rappresentati tecnici, imprese finanziatrici, stakeholders.

Nel solco della Carta dell’Aquila sulle Città Sostenibili del III millennio   e in rapporto interscalare con il masterplan si sta proponendo presso Regione e Governo Nazionale l’attuazione di una consultazione internazionale ad inviti ancora provvisoriamente chiamata L’AquilaNOVA (un recente esempio è rintracciabile ne Le Grand Pari(s) voluta dal Presidente Sarkozy) che verta sulla sostenibilità in architettura ed urbanistica ed in cui far misurare, su progetti specifici per e sulla nuova L’aquila, gruppi internazionali interdisciplinari  preferibilmente giovani - perché dei giovani è l’attitudine alle rivoluzioni - iIn cui la “grandezza” sia nella capacità di innovare e sperimentare temi di interesse globale.

Progetti-pilota e L’AquilaNOVA possono essere meglio compresi come due layers del masterplan e delle lineeguida, il primo come tema residenziale, il secondo come infrastrutturale nella sua accezione più ampia anche riconducibile all’opera pubblica.

Tutta l’attività c.99 come anche la ricostruzione dell’Aquila necessitano di un “luogo” di confronto, esposizione, recepimento, partecipazione normalmente chiamato Urban Center che si sta attuando in forma digitale nel Lab.99 e nel reale in Spazio.99.   Se il secondo non è ancora realtà, il primo sta prendendo forma su collettivo99.org con il contributo di università impegnate sulla città e numerosi interlocutori esterni delle più disparate discipline utili al ripensamento della città (Ruggero Baldasso - architetto, Furio Barzon – innovatore nei processi ciostruttivi, Alberto Bazzucchi – economista, Antonello Ciccozzi – antropologo, Roberto Lettere – sociologo, Paolo Tella – cosulente d’impresa, altri comitati cittadini, oltre ovviamente ai membri stessi del collettivo.

Consapevoli del ruolo fondamentale che attente strategie comunicative giocano nella riuscita di una iniziativa, Media.99 è la struttura comunicativa di cui il collettivo si sta via via dotando e che già molto, seppur priva di una struttura completa, ha fatto nel rendere presente nel dibattito non solo cittadino le idee c.99.

Lab.99 e Spazio.99 risultano inoltre molto utili  all’estensione progressiva e ragionata di una rete diffusa ed internazionale che possa farsi potratrice della grande operazione culturale che collettivo99 sta proponendo, affinché possa al più presto divenire l’incubatore, a L’aquila e per L’aquila, della Silicon Valley della sostenibilità.''

I tecnici del Collettivo 99

 

 


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