La rabbia delle pensionate povere delle case popolari che non si possono permettere il Progetto CASE

28 Marzo 2013   10:14  

Al nostro microfono la grande sfiducia e la rabbia delle donne delle case popolari del'Aquila ancora inagibili a quattro anno dal terremoto. Donne che ora vivono nel Progetto CASE , e non si possono permettere costi delle utenze e del condominio di gran lunga superiori a quelle che pagavano prima. Nell'indifferenza del resto della città, sempre più chiusa a riccio ed indifferente. 

''Un ricco proprietario di casa per vivere al progetto CASE non paga nulla. Un assegnatario con pensione minima delle case popolari, che appunto non è proprietario di casa, deve pagare ora una quota mensile di 80 euro. Prima pagava 15 euro, se particolarmente indigente. E poi ci sono le bollette molto più alte, anche perchè il riscaldamento è centralizzato e un povero non può fare economia come prima. Questa è un'ingiustizia perchè chi ha la pensione minima di 400 euro questi soldi non ce li ha ''

''Perchè fanno prima le rotonde e poi le case alla gente? Ma i politici cosa fanno? Io sono invalida, ho due figli disoccupati, prendo 400 euro di pensione. Ora vivo al progetto CASE e mi è arrivata una bolletta di 3100 euro. Io di vivere nel progetto CASE non me lo posso permettere. Non mi posso permettere tutti quei costi di condomino, il giardiniere, l'acqua per ananffiare.  Ho venduto quel poco di oro che avevo, per pagare a rate queste bollette''

''La luce l'ho rateizzata, il metano l'ho rateizzato, l'acqua l'ho rateizzata. Ma un pranzo non lo posso rateizzare. il Comune non si rende conto. Io vivevo alle case popolari di via Amiternum. Ora sto al progetto CASE di Collebrincioni. I paesani sono bravi, ma al Progetto CASE non vedi mai nessuno, sembra che non ci viva nessuno. Siamo isolati dal mondo. L'Ater non ci da risposte, ancora non presenta i progetti, fa a ping-pong con la Regione. Siamo stanchi, vogliamo tornare a casa.''  

Filippo Tronca

 


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