Matteo muore montando il palco della Pausini e l'INAIL da 1.936€ di indennizzo alla madre

La cantante è comunque estranea all'accaduto

25 Luglio 2012   10:47  

Matteo Armellini era un precario come tanti, vittima di un lavoro duro e "autonomo", vittima del sistema e della volonta di trovare un modo per sopravvivere senza fare il "bamboccione".

Purtroppo Matteo è morto per un malaugurato incidente mentre montava il palco che doveva ospitare il concerto di Laura Pausini il 5 marzo a Reggio Calabria.

Lui era un rigger, cioè l'addetto a salire con delle speciali imbragature sulle alte strutture e montarle, un lavoro pericoloso per il quale erano necessarie molte specializzazioni, ma Matteo si era pagato il conto dei corsi da solo, aveva acquistato le attrezzature  e si era aperto una partita iva, perchè se è vero che era inquadrato come lavoratore autonomo aveva orari e compiti precisi.

Oggi la madre, disperata, denuncia l'ennesima presa in giro, dopo che si è pagata il funerale del figlio da sola, dopo che si è pagata il trasporto della salma da Reggio Calabria a Roma da sola, l'INAIL le manda a casa un assegno di risarcimento di quasi 2.000 euro.

Tanto vale la vita di un giovane operario "mascherato" da libero professionista per lo Stato, per la Legge.

Così dichiara lla stampa la madre di Matteo:

Matteo era il cosiddetto rigger, dovette lui stesso pagarsi l'attrezzatura e i corsi professionali specifici. A reggere questo gioco sono le cooperative, che non assumono, ma lavorano a partita Iva. Matteo quindi era inquadrato nella categoria dei freelance ma lavorava come un operaio normale, con turni di lavoro massacranti di 16 ore. E pensare che proprio i cantanti raccontano la vita della gente comune e invece alla fine non sanno neanche tutto ciò che ruota dietro lo showbiz live. Per ad adesso l'unica cosa certa è che la vita di mio figlio non vale neanche duemila euro.

 

Si è subito fatta sentire la voce del web e su facebook sono nati gruppi di sostegno e protesta tanto seguiti che il direttore dell'INAIL Giuseppe Lucibello è stato costretto a fare una dovuta precisazione:

Quei soldi non sono un risarcimento ma un anticipo dell'assegno funerario[...] purtroppo la retribuzione molto bassa del ragazzo non consente di immaginare risarcimenti consistenti. Con le attuali leggi, l'Inail risarcisce quello che può ma ha avanzato più volte proposte per meglio tutelare i più giovani. L'Inail ha dimostrato che una riforma di questo tipo non è particolarmente gravosa. Sarebbe importante tutelare meglio soprattutto i morti sul lavoro deceduti in giovane età perchè lì i livelli retributivi sono spesso molto bassi per cui i superstiti prendono prestrazioni di entità molto ridotta. 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore