Milan, quanti gol subiti: passano gli allenatori, ma gli errori restano. Sarà colpa dei singoli?

Finora si salvano solo Alex e Abate. Bonera va radiato

11 Novembre 2014   08:00  

Dopo il k.o. di settimana scorsa contro il Palermo, a Genova, contro la Samp, si è visto un altro Milan. La squadra ha dato una bella risposta al suo allenatore sotto tutti i punti di vista: gioco, grinta, corsa e singoli. A pesare, nell'equilibrio di un 2-2 finale contro quella che attualmente è la quarta forza del campionato, sono state le solite amnesie difensive.

Più che prevedibile, alla vigilia della stagione, credere che Inzaghi curasse in maniera particolare la fase offensiva, piuttosto che quella difensiva, lo testimoniano i 20 realizzati dai rossoneri in questo primo scorcio di stagione. A fare la differenza, però, sono sempre le stesse disattenzioni di singoli e collettivo che, puntualmente, puniscono i vari Diego Lopez o Abbiati. Il problema andrebbe analizzato alla radice: Allegri, Seedorf e l'attuale tecnico non hanno saputo o, meglio, potuto rimediare a questi strafalcioni e, da che mondo e mondo, i campionati si vincono sempre giocando prima a non prenderle e poi a darle.

Il gap da colmare con le grandi è puramente tecnico ed andrebbe analizzato più sui singoli che sulla fase intera: non è mai giusto trovare capri espiatori ma, alle volte, capire chi è responsabile di certe azioni, magari può far luce sul perchè una determinata squadra abbia dei problemi. Al momento, gli unici due difensori su cui Inzaghi può fare totale affidamento sono Alex e Abate: il primo, nonostante l'età è ancora capace di diventare leader indiscusso del reparto arretrato in poche settimane come fato a Milanello, il secondo, nonostante alle volte sia ancora vittima di inspiegabili raptus che lo inducono a scivoloni clamorosi, sembra essere molto migliorato tanto da diventare uno degli assist-man più prolifici in rosa, forse anche merito del gioco di Superpippo che spesso e volentieri trova il suo naturale sfogo sugli esterni. Per il resto, c'è tanto da cambiare. Partiamo da Rami, giocatore di grande cuore e anche dalle discrete qualità, anche se è spesso frenato nel suo rendimento da imperdonabili distrazioni; lo stesso si potrebbe dire anche per Zapata, velocissimo difensore dalle grandi doti di lettura dell'azione, ma altrettanto capace di indirizzare le partite in senso negativo (vedi Palermo); poi c'è De Sciglio, il prodigio del calcio italiano sembra essere in un tunnel nero dal quale non pare poter uscire in breve tempo nonostante abbia dato qualche segnale di ripresa al "Ferraris", tuttavia non è lo stesso giocatore che abbiamo imparato ad apprezzare agli albori della sua carriera. In fondo alla lista troviamo due oggetti misteriosi: il primo è Mexes, il più pagato dell'intera rosa, non si sa francamente perchè, fatto sta che quest'anno ha dovuto aspettare la gara di Genova per esordire dopo tante tribune, eppure una volta era uno dei difensori più ricercati in Europa, la sua involuzione è stati direttamente proporzionale all'aumento del suo ingaggio; dulcis in fundo, si fa per dire, Daniele Bonera, ormai letteralmente disprezzato dal popolo milanista al quale, sinceramente, non si può dar torto: due espulsioni nel giro di pochissime gare, tanti errori grossolani, molti decisivi, praticamente inguardabile. A questi, infine, si aggiungono i "fantasmi" Armero, Zaccardo e il giovane Albertazzi. Ovviamente, dal suddetto elenco, si evince quale sia la vera mancanza di questo Milan che se non trova in giornata il muro De Jong, vero e proprio difensore aggiunto, soffre maledettamente qualsiasi azione di contropiede come si evince dal momentaneo 1-1 firmato da Okaka. Inutile aggiungere come quello di Eder sia stato l'ennesimo gol subito da palla ferma, ma a questo gli allenatori del Milan sono abituati a farci il callo, nonostante lo "specialista" tattico ingaggiato recentemente per questo specifico problema. A questo punto sarebbe meglio ingaggiare uno stregone.

In conclusione, menzione particolare per El Shaarawy tornato al gol dopo 622 giorni: l'ultima rete l'aveva segnata in un derby del 2013, finito 1-1, con pari di Schelotto. Poi da lì il nulla, l'infortunio, la difficile risalita fino a Genova dove il cerchio si è chiuso: da dove aveva iniziato a giocare tra i professionisti (ha militato da ragazzo nelle giovanili del Genoa) sembra essere ripartita la sua carriera con un gol da vero "Faraone". Speriamo che il suo calvario sia finito lì.

Daniele Polidoro


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