Precari comune, Ferella, solo una parte del fallimento dell'amministrazione comunale dell'Aquila

14 Ottobre 2015   16:02  

Il giallo dei rinnovi dei contratti ai dipendenti precari è solo una parte delle sconclusionate e fallimentari politiche del centrosinistra cittadino sul tema della gestione della macchina amministrativa.

Nel periodo post sisma, tra il 2009 e il 2010, riscontrata una ovvia necessità di personale che potesse supportare tutta quella mole straordinaria di lavoro che gli stoici dipendenti comunali si trovarono ad affrontare, con mille difficoltà, si procedette all'assunzione di numerosi precari con diverse forme contrattuali. Furono espletati dei concorsi per la composizione di graduatorie per alcuni e contratti co.co.co. a chiamata diretta per altri.

Dopo due anni l'amministrazione a guida PD esultò per l'indizione del “Concorsone” e fu talmente miope da non prendere in considerazione le tante ricadute che tale scelta avrebbe avuto: la maggior parte dei precari sarebbero restati tali, avendo sbagliato nell'indicare di quali categorie ci fosse bisogno, e non si sapeva quale futuro la legge Barca avrebbe dato ai vincitori del concorso Ripam.

Tutto questo ci porta ad oggi. I precari sono ancora tali e sono costretti quasi ad elemosinare una proroga consentita dalla legge, ma non potranno sperare in una stabilizzazione, e i vincitori del Concorsone rischiano di restare disoccupati dal 2021 perché non si riusciranno a portare in pianta organica a causa delle vigenti leggi sul turnover.

A tutto ciò si aggiunge la situazione particolarmente difficile degli idonei non vincitori del Concorsone. Rassicurati più di una volta sul fatto che quelle graduatorie sarebbero state scorse per impieghi a tempo determinato, mantenendo intatto il diritto alla chiamata a tempo indeterminato, ad oggi vedono la loro graduatoria prossima alla scadenza e, tolto qualche raro caso, nessuno ha utilizzato quelle graduatorie per far lavorare queste persone che hanno superato una selezione nazionale.

Ma non finisce qui. Il Comune dell'Aquila si rende compartecipe di una grande ingiustizia. Firma un accordo, insieme alla Regione Abruzzo, alla provincia dell’Aquila e all'USRA, per prendere 86 tra 121 persone di una società Regionale, resa in house solo ultimamente, come supporto per la ricostruzione.

Oltre a nutrire forti dubbi sulla fattibilità della cosa, dato che c'è una buona giurisprudenza che impedisce alle società in house di lavorare per enti diversi da quelli proprietari, vorrei che qualcuno chiarisca perché non siano stati scelti gli idonei del concorsone come “consulenza tecnica” visto che i profili sono esattamente gli stessi. E chiedo di più: dato che il costo medio unitario del personale Ripam è la metà di quello dei dipendenti della società regionale e che questi ultimi, come lamenta il sindaco Cialente, anche in questi giorni, non possono avere possibilità di firma, non sarebbe stato meglio, a parità di costo, prendere o il doppio del personale dalle graduatorie o lo stesso numero di personale per il doppio del tempo?

Non si venga a dire che il governo eroga i fondi per il personale, si dica la verità, ovvero che il Governo ha dato le risorse per quello che l'Amministrazione ha richiesto, cioè per l'assistenza tecnica, ai fini di poterle utilizzare, tramite l’Usra, per pagare consulenze a caro prezzo.

Proprio in questi giorni accade che i posti dei precari sono stati coperti dal personale della spa Regionale, non si sa però a che titolo e con quali mansioni

Il risultato di tutto ciò è che non si è riusciti a portare a termine una sola delle vie percorse dall'amministrazione, con gravi ricadute per le persone direttamente coinvolte e per l'intera città che soffre e continuerà a soffrire per la continua difficoltà dell'ente nel gestire i servizi.

 


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