Ricostruzione: nove indagati per i lavori alla questura dell'Aquila. C'è anche ex provveditore

Costi lievitati da 3 a 18 milioni di euro

28 Luglio 2011   09:31  

La procura della Repubblica dell'Aquila ha iscritto nel registro degli indagati nove persone alle quali viene contestato il reato di abuso d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta su presunte irregolarità nell'affidamento dei lavori di ripristino post terremoto della questura del capoluogo.

Si tratta di tecnici e dirigenti del provveditorato interregionale alle Opere pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna, che ha la competenza sulla ristrutturazione dell'immobile, tra cui l'ex provveditore, componenti del comitato tecnico amministrativo misto che dà il parere sulla procedura prima di indire la gara, e il rappresentante legale di una ditta romana.

Gli indagati sono Giuliano Genitti, Lorenzo De Feo, ingegneri, Carlo Clementi, dirigente, attualmente in servizio nel capoluogo; Giovanni Guglielmi, ex provveditore; con loro, quattro componenti interni ed esterni del comitato tecnico amministrativo, tutti provenienti da Roma; infine, il rappresentante legale della ditta Inteco Spa, che aveva ricevuto inizialmente l'affidamento diretto dei lavori, poi ritirato.

Per via dell'urgenza i lavori erano stati assegnati dal provveditorato interregionale alle Opere pubbliche Lazio-Abruzzo-Sardegna con affidamento diretto alla ditta Inteco Spa ma, successivamente, la Corte dei conti ha sollevato obiezioni e il nuovo provveditore alle Opere pubbliche, Donato Carlea, ha ritirato l'affidamento per indire una nuova gara d'appalto, vinta dall'Associazione temporanea d'impresa (Ati) Nidaco-Califel.

A far scattare l'inchiesta un fortissimo innalzamento dei costi di ristrutturazione dell'edificio, lievitati dagli iniziali circa 3 milioni di euro a circa 18.

Gli altri indagati nell'ambito dell'inchiesta su presunte irregolarità nell'affidamento dei lavori di ricostruzione della Questura dell'Aquila sono: Maria Lucia Conti di 55 anni di Roma, Sabino Di Bartolomeo di 63 anni di Civita Castellana (Bari), Massimo Lombardi di 57 anni di Roma, Roberto Tartaro di 51 anni di Roma, ed Eugenio Cimino di 57 anni di Roma. I cinque indagati si aggiungono a Giuliano Genitti di 57 anni dell'Aquila, Lorenzo De Feo di 55 anni dell'Aquila, Giovanni Guglielmi di 57 anni di Lecce ma residente a Roma ed infine Carlo Clementi di 55 anni di Roma ma residente all'Aquila.

Ai nove indagati la Procura della Repubblica dell'Aquila, nella fase della chiusura delle indagini preliminari, contesta il reato di abuso d'ufficio in concorso "perche' - si legge nel provvedimento - con riferimento alla progettazione ed esecuzione dei lavori di riparazione dei danni e di ripristino della funzionalita' dell'edificio sede della Questura dell'Aquila a seguito del sisma del 2009 di competenza del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche - sede dell'Aquila - intervento preventivato in euro 3 milioni e 150 mila il cui appalto veniva aggiudicato dalla Inteco Spa per un importo al netto del ribasso di euro 2 milioni ed 816 mila (piu' oneri di sicurezza) con contratto del 28 aprile del 2010, in concorso tra loro nelle rispettive qualita': l'ingenere Giuliano Genitti , responsabile del procedimento; Lorenzo De Feo, direttore dei lavori; Giovanni Guglielmi, Maria Lucia Conti, Sabino Di Bartolomeo, Massimo Lombardi, Roberto Tartaro, Eugenio Cimino, componenti del Comitato tecnico amministrativo (Cta) che con voto, esprimeva all'unanimita' parere favorevole non solo all'approvazione del progetto definitivo generale (di adeguamento strutturale) dell'importo compelssivo di 18 milioni e mezzo di euro, all'approvazione del progetto esecutivo dei lavori dei corpi "C" e "D" dell'edificio in questione per un importo di 13 milioni di euro, ma anche all'affidamento diretto dei lavori alla Inteco Spa, gia' titolare del contratto del 28 aprile del 2010".

Carlo Clementi, secondo l'accusa, in qualita' di rappresentante dell'amministrazione per conto della quale sottoscriveva in affidamento diretto con l'impresa Inteco Spa il contratto per un importo di 10 milioni di euro al netto del ribasso negoziato del 15% per i lavori di riparazione e ripristino della funzionalita' dell'edificio limitatamente ai corpi "C" e "D", in violazione del codice sugli appalti pubblici che prescrive il rispetto dei principi della libera concorrenza e della pubblicita' nell'affidamento dell'incarico per l'esecuzione di opere e lavori pubblici oltre alla qualita' delle prestazioni, al rispetto del principio di economicita', efficacia e tempestivita'.

Sempre a Clementi la Procura della Repubblica contesta la violazione dell'articolo 57 quello "che consente di derogare il principio dell'evidenza pubblica quando l'estrema urgenza, risultante da eventi imprevedibili per le stazioni appaltanti, non e' compatibile per i termini imposti dalle procedure con bando di gara, omettendo di considerare in sede di iniziale progettazione dell'intervento, l'assoluta necessita' dell'adeguamento sismico delle strutture dell'edificio, fatto assolutamente prevedibile, facendone invece oggetto di secondo progetto dell'importo complessivo di 18 milioni e mezzo di euro e di progetto esecutivo dei lavori dei corpi "C" e "D" della Questura per un importo di 13 milioni di euro".

Tutti gli indagati sono accusati dunque di aver procurato un ingiusto vantaggio patrimoniale alla ditta Inteco Spa, consistito nell'affidamento diretto dei lavori con contratto revocato in accoglimento della Corte dei Conti sull'assenza di gara pubblica con lavori affidati a seguito di appalto a societa' che per il completamento esecutivo dei corpi "C" e "D" e definitivo anche dei corpi "A" e "B" per un importo a base d'asta di 10 milioni di euro offriva il 47,84% di ribasso, e cosi' a fronte dell'affido diretto da parte del Provveditorato per i lavori dei soli corpi "C" e "D" per un importo di 10 milioni e 91 mila euro (poi revocato), si perveniva con procedura negoziata al costo dei lavori per l'intero complesso della Questura per soli 5 milioni di euro.


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