Rifiuti nella Marsica, spunta l'ombra della camorra

Materiale sarebbe stato smaltito in capannoni per azzerare costi

23 Aprile 2015   10:50  

Potrebbe esservi il coinvolgimento della malavita organizzata campana nel traffico dei rifiuti che, dopo essere prima transitati in Lazio e Toscana, vanno poi a finire nella Marsica.

Questo, almeno, è il sospetto emerso a seguito di un'operazione delle forze dell'ordine, che dopo aver preso avvio dalle indagini del nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale dell'Aquila ha portato all'alba di ieri all'esecuzione di perquisizioni a Roma, Torino, Pistoia e Trasacco, con lo scopo di ripercorrere la filiera del traffico di materiale industriale giunto nella Marsica.

Le indagini, partite lo scorso gennaio, hanno dapprima portato al sequestro di due capannoni contenenti complessivamente 1.600 tonnellate di rifiuti, mentre le perquisizioni hanno permesso di sequestrare documenti riconducibili, a quanto risulta, alla società "Reset-Plast" con sede ad Ortucchio, fallita alcuni anni fa.

Al momento, sarebbero quattro gli imprenditori indagati.

Secondo le ipotesi investigative, il materiale (derivante da lavorazioni industriali) sarebbe stato generato da una società del Casertano per poi smaltirlo in capannoni nella Marsica per azzerare i costi, avvalendosi di società intermediarie di favore.


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