Scossa nella città dell'immota manet. Un pensiero sismico...

17 Febbraio 2009   18:48  

Nel capoluogo la terra ha nuovamente tremato. La giornata lavorativa degli aquilani è iniziata infatti con una breve scossa  di intensità 2.7, che ha increspato la superficie liquida del caffellatte e fatto tintinnare il cucchiaino, e ha compromesso la riuscita del trucco davanti allo specchio. Oramai ci si sta facendo l'abitudine. Sono mesi che la terra trema.

E' una fase di assestamento,  rassicurano gli esperti. Tutto passerà, par di capire, come la crisi economica. E ' un fenomeno geologico che rientra nella normale amministrazione, come un rimpasto di giunta o uno scazzo interno al politicume cittadino. Toccando ferro bisogna aver fiducia e mantenere la serenità, non ci sono alternative.

Passata la paura gli aquilani si sono messi in macchina per recarsi al lavoro.
Imbottigliato nel traffico di Via Corrado IV , come da tradizione, mi sono messo ad osservare i tralicci della metropolitana. Oramai sono diventati parte del paesaggio. Il tempo in forma di ruggine comincia a mangiucchiare il metallo. Almeno la ruggine, a differenza del sindaco ha le idee chiare su cosa fare di questi  spettrali monumenti allo scialo di denaro pubblico.

Poi passo vicino alla variante di Pile, una strada da completare, una delle tante incompiute della viabilità cittadina. Dopo anni e anni di lavori, vertenze ed errori progettuali, è ancora chiusa. Eppure è lunga poche centinaia di metri. Un uomo la sta usando per farci correre il cane. La muraglia cinese l'hanno realizzata in pochi decenni, ma quelli forse erano altri tempi. Passo poi sotto un ponticello, vicino alla stazione, quello che quando piove si riempie d'acqua. Saranno trentanni che devono trovare una soluzione.
Dopo la stazione osservo, davanti le mura e l'arco delle novantanove cannelle,  un orribile scheletro di una palazzina tirata su abusivamente. Sono decenni che deve essere abbattuta, ma sta ancora lì, a sfidare il tempo e le giunte, beffarda come una sfinge dell'Antico Egitto. Passo poi vicino all'ex-mattatoio. Hanno speso centinaia di migliaia di euro per ristrutturarlo, doveva diventare un centro polivalente, volano dello sviluppo dell'intero quartiere storico. E' per ora un'opera poli-inutile, eterno argomento da campagna elettorale, con le porte sbarrate, data in gestione alla polvere. 
Parcheggio e vengo pervaso da un pensiero sismico. Grazie terra! Grazie faglia! Grazie terremoto! Almeno tu ti muovi ogni tanto, e questo ti fa sentire meglio nella città dell'Immota manet!


(nell'immagine un antico sismografo cinese)
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