'La pupa e il secchione' svilisce il ruolo della donna

Migliaia di mail inviate a Mediaset

07 Maggio 2010   09:16  

In questi ultimi giorni, la redazione di Mediaset è stata letteralmente tempestata da mail indignate per i contenuti espressi da "La pupa e il secchione", il reality di Italia 1. Ad inviarle sono stati un folto numero di bloggers, sia uomini che donne, riunitisi nel circuito ComunicazionediGenere.


I ragazzi hanno utilizzato il loro sito internet e Facebook per lanciare un messaggio di protesta, soprattutto contro la parte definita 'hot' del programma. Sulla pagina del social network c'è un vero e proprio invito a mandare in tit la mail dell'azienda del Biscione, per quella che è, a mio avviso, una protesta doverosa e civilissima.


La risposta di Mediaset ai numerosi messaggi di posta ricevuti è stata: "Per queste comunicazioni deve rivolgersi direttamente a Italia1 utilizzando la form che trova in questa pagina del sito della rete http://www.tv.mediaset.it/italia1/form/form_2.shtml. Grazie per l’attenzione”. Il problema è che la destinzaione internet da loro indicata non è in grado di supportare una tal quantità di corrispondenza, e quindi il server si riempirebbe in un batter d'occhio, impedendo lo svolgimento della 'rivolta'.


Confermando il mio pieno appoggio all'iniziativa, riporto il testo integrale della mail:

 

Cara Mediaset,
Ancora una volta le vostre emittenti hanno trasmesso un messaggio svilente nei confronti dell’immagine femminile.
Ci riferiamo alla trasmissione de ‘La pupa e il secchione’ apparsa su Italia Uno da poche settimane.
Poichè questi messaggi stereotipati e lesivi nei confronti della dignità femminile (e maschile) passano sotto la dicitura ‘Reality’, ci sentiamo profondamente offese.
Anzi per dir la verità non ci sentiamo nemmeno rappresentate dal modello femminile che le vostre reti da anni ormai promuovono.
Le ragazze italiane della realtà studiano con risultati maggiori rispetto a quelli maschili, nonostante gli ostacoli di una società culturalmente maschilista che tenta di scoraggiarle in ogni modo.
E certamente anche voi ci mettete il vostro contributo.

Il messaggio che voi trasmettete sembra essere questo: A cosa studi a fare se ottieni di più da ignorante mostrando un corpo?
Questo è molto dannoso e lo abbiamo percepito come una minaccia non solo alla realizzazione di una società basata sulle pari opportunità e il rispetto di genere ma anche come un modo per per scoraggiare le ragazze ad andare a scuola, lavorare o farsi una cultura, puntando sull’abbassamento dell’autostima, attraverso il bombardamento di modelli estetici irraggiungibili e la svalutazione del genere femminile e il suo elemento pensante, attraverso l’omologazione dei modelli femminili e la riduzione della donna ad oggetto sessuale decerebrato… e a nostro avviso sono come le bombe lanciate dai regimi talebani sulle scuole femminili per vietare alle donne di affermarsi come individui.

Abbiamo da poco creato una petizione da tutti noi sottoscritta che stiamo diffondendo nel web, per esprimere la nostra disapprovazione in merito alla trasmissione. E non solo. Abbiamo creato anche un’ altra petizione, che verrà indirizzata al Presidente Napolitano che poco tempo fa ha dichiarato che:

“Uno stile di comunicazione che offende le donne “nei media, nelle pubblicità, nel dibattito pubblico può offrire un contesto favorevole dove attecchiscono molestie sessuali, verbali e fisiche, se non veri e propri atti di violenza anche da parte di giovanissimi” (fonte Ansa).

Parole con cui ci troviamo d’accordo e siamo pronte a presentare la nostra denuncia al presidente, in nome di una società che rispetta le donne.

Abbiamo inoltre raccolto le indignazioni degli uomini che si sentono profondamente sviliti dal modello maschile che il programma promuove lo stereotipo negativo che fa dell’uomo studioso un individuo ‘sfigato’ da correggere e rieducarlo al modello maschile considerato ancora oggi vincente ‘quello dell’uomo dominato da istinti sessuali’, dal quale non si sentono rappresentati. Pertanto noi percepiamo il programma come il sintomo di una televisione che sta perdendo qualità e che sta minando le basi di una società civile e rispettosa verso il prossimo indipendentemente dal sesso e le inclinazioni.

 

Francesco Balzano


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