"Il documento di programmazione economico finanziaria regionale 2010-2012 non prevede nessun capitolo di spesa in bilancio per la messa in sicurezza antisismica del patrimonio residenziale pubblico realizzato nei comuni e nelle zone classificate ad alto e altissimo rischio sismico e idrogeologico". Lo afferma il coordinatore di "Mia Casa d'Abruzzo", Pio Rapana'. La Regione - dice - deve intervenire con la massima urgenza per rendere adeguati alle norme antisismiche circa 6.000 alloggi di Edilizia Residenziale Pubblica costruiti in zone altamente sismiche, come ad esempio quelli realizzati a L'Aquila e nei Comuni del cratere, nella Marsica (come Avezzano), nella Valle Peligna (come Sulmona e Pratola Peligna), nelle Zone 1 e 2 delle Province di Chieti, Pescara e Teramo. Il 'Mia Casa d'Abruzzo' - ricorda il coordinatore - ha richiamato piu' volte la Regione, i Comuni e gli enti gestori alle loro 'inevitabili responsabilita'', ricordando loro la esistenza di due specifici studi sullo stato di sicurezza antisismica degli alloggi pubblici ATER e dei Comuni, studi effettuati nel 1999 e aggiornati nel 2003 rispettivamente dalle Societa' 'Collabora Engineering' e 'Abruzzo Engineering' per conto della Regione Abruzzo medesima e della Protezione Civile nazionale. Il Documento di programmazione economico-finanziario Regionale 2010-2012 presentato al Consiglio regionale e illustrato dal relatore della prima Commissione consiliare permanente, al punto 3.2.6 riporta semplicemente e soltanto che: "Nel settore dell'edilizia residenziale pubblica, la necessita' di intervenire sul patrimonio edilizio dannegiato e su quello esistente per la messa in sicurezza si incrocia con il processo di riforma del settore e di riordino delle Aziende operanti nel settore (ARET e ATER), attualmente commissariate per compiere ordinaria amministrazione. La riforma dovra' restituire un ruolo centrale di programmazione della Regione, che deve essere posta in grado di fungere da stimolo alle attivita' delle Aziende non solo per programmi adeguati alle esigenze nei singoli ambiti locali, ma anche e soprattutto per il reperimento di risorse per finanziare le politiche del settore. In questo senso, stanno emergendo importanti opportunita' anche a livello europeo, con specifici programmi (ad esempio, Jasper, Jessica e Jeremie) o con fondi finora poco utilizzati". Praticamente, significa che una operazione di 'messa in sicurezza, che e' un intervento di somma urgenza - spiega infine Rapagna' - si incrocia e addirittura viene fatto dipendere da un "processo di riforma" del settore e di 'riordino' delle Aziende ARET e ATER di la' da venire: e cio', naturalmente, non ha nulla a che fare con l'urgenza ed i tempi della messa in sicurezza del patrimonio abitativo pubblico". (AGI)