Bimba morta all'outlet di Città Sant'Angelo, tragedia ancora senza un perchè

Una penosa ricostruzione raccolta nella dettagliata informativa che questa mattina i carabinieri di Montesilvano coordinati dal comandante Enzo Marinelli hanno consegnato al magistrato della Procura di Pescara e che tuttavia non chiarisce in modo inequivocabile la dinamica della  tragedia avvenuta nel pomeriggio di ieri all'Outlet di Città S.Angelo e che é costata la vita ad una bimba russa di 5 anni.

Nemmeno il filmato acquisito dalle telecamere di videosorveglianza é di ausilio, visto che le uniche immagini disponibili sono quelle drammatiche dei primi soccorsi. Sono almeno tre le ipotesi che  solo l'esame autoptico sul corpicino della povera vittima potrà eventualmente confermare o smentire. La piccola e la sua sorellina di 6 anni, stavano giocando intorno ad una statua di piombo raffigurante due circensi: una donna distesa che lancia delle sfere ad un equilibrista sulla verticale. Una delle due si arrampica, la statua cede, forse perchè non fissata bene, visto che quella non era la sua reale collocazione, ma era stata sistemata lì provvisoriamente. Da una prima ricognizione la piccola é morta sul colpo per via di una frattura alla base cranica, da stabilire, dunque se causata dall'impatto con il terreno, dalla statua o addirittura, secondo quanto é emerso stamane da una nuova analisi dei fatti, dalla sfera tenuta da un tondino di ferro che si sarebbe staccato. A chiarire il tutto, dunque, solo la composizione della frattura che dovrà essere esaminata da un anatomopatologo. Il magistrato, dunque, dovrà affidare l'incarico a breve e nel contempo anche valutare le posizioni degli eventuali indagati. I carabinieri hanno segnalato un lungo elenco di persone dallo scultore che ha realizzato la statua, fino al responsabile della sicurezza dell'Outlet, ma anche gli operai che hanno spostato la statua dalla sua collocazione originaria, dove era stato allestito un palchetto per alcuni spettacoli, sta ora al Pm Campochiaro fare una cernita o addirittura archiviare l'accaduto marchiandolo con il penoso timbro di tragica fatalità.