Box del sesso: cosa sono e come funzionano

22 Agosto 2013   11:23  

Ha suscitato un acceso dibattito, come era dopotutto prevedibile, la proposta del sindaco Attilio Di Mattia di impiantare a Montesilvano i cosiddetti "box del sesso" e combattere in tal modo la prostituzione sulle strade, restituire decoro ai centri abitati e garantire maggiore privacy e sicurezza a coloro che esercitano ed ai loro clienti.

I residenti della cittadina sembrano quanto mai divisi sulla proposta, che invece é già da anni una realtà ben consolidata in molti Paesi europei, come Svizzera, Olanda e Germania, dove tramite appositi referendum hanno incontrato il parere favorevole della grande maggioranza dei residenti, che hanno visto nei box un ottimo espediente per contrastare le problematiche connesse alla prostituzione lungo le strade.

In tali Paesi, i box sono distribuiti su aree aperte mediamente dalle 19 di sera alle 5 della mattina seguente, attrezzate come un vero e proprio percorso dove gli autisti possono scorrere le varie strutture, ognuna delle quali ospita una prostituta, scegliere la ragazza e consumare il rapporto.

La sicurezza é assestata su standard elevati, dal momento che ciascun box contiene poster che ricordano agli utenti l'importanza di utilizzare preservativi e dispositivi che le prostitute possono utilizzare per avvertire la polizia in caso di allarmi. La struttura é inoltre dotata di bagni, docce ed un centro di assistenza per le ragazze.

L'ingresso é però regolato da norme alquanto rigide: la maggiore età, il divieto di accesso con moto, bici o a piedi, il divieto di accesso di auto con più di un cliente e, soprattutto, quello di consumare prestazioni sessuali all'aria aperta.

Per quanto riguarda i costi, in Svizzera i box sono costati intorno ai 2,4 milioni di franchi (circa 2 milioni di euro), e le prostitute, dal momento che la loro attività nel paese elvetico é legale, devono pagare una tassa di 5 franchi svizzeri (4 euro) per ogni notte di lavoro. 


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