Capogruppo Forza Italia Sospiri: "No al business dei profughi nella Provincia di Pescara"

24 Luglio 2015   14:55  

Pescara sta già ospitando circa 500 presunti profughi, e non ha la forza, né la possibilità di ospitare gli altri che sicuramente arriveranno in seguito al bando già emanato dalla Prefettura e scaduto lo scorso 17 luglio, e a quello di agosto, che verrà pubblicato a giorni.

Il sindaco Alessandrini è tempo che vada dal Prefetto a chiedere l’esclusione della nostra città dai siti di assegnazione; in caso contrario, com’è già accaduto a Roma, impediremo fisicamente che quegli immigrati scendano dai pullman per entrare negli alberghi situati nel cuore del nostro centro urbano, come La Cascina di Colle San Donato.

È ora di finirla con il business dei privati sui profughi, un business che oggi ammonta a 13milioni di euro l’anno, mentre i nostri senzatetto dormono fuori dalla stazione centrale di Pescara.

Il nostro è l’ultimo avviso ai naviganti”. Lo hanno detto il capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri e i consiglieri comunali di Forza Italia Vincenzo D’Incecco e Fabrizio Rapposelli, nel corso della conferenza stampa convocata per stamane sul tema ‘No al business dei presunti profughi nella provincia di Pescara’.

“Oggi il sindaco Alessandrini sta facendo finta di non avere un problema, e invece il problema c’è – ha sottolineato il capogruppo Sospiri -: attualmente nella provincia di Pescara stiamo già ospitando circa 400 presunti profughi, sparsi negli asili e nelle case di riposo di Caramanico, a Città Sant’Angelo, Loreto, Penne, Popoli, Alanno, Manoppello, Rosciano, Catignano e nella stessa Pescara. Parlo di ‘presunti’ profughi perché per profugo si intende chi scappa da una zona di guerra o per persecuzioni religiose.

Nel nostro caso è invece già verificato che la percentuale di effettivi profughi che arrivano è solo del 10-15 per cento. Sino a oggi gli immigrati sono stati ospitati nel dormitorio della Caritas di via Alento, costruito con fondi pubblici, 2 milioni e mezzo di euro, fondi Regione Abruzzo-Governo Chiodi, in teoria per ospitare i senzatetto di Pescara, che invece oggi dormono di nuovo fuori dalla stazione centrale, ogni notte, per terra, in mezzo alla strada.

Ma finora non abbiamo detto nulla, perché comunque si trattava della Caritas che per i profughi ospitati prende 35 euro al giorno, più il pocket money di 7.50 euro al giorno, più una scheda telefonica al giorno di 15 euro, quindi 57,50 euro al giorno.

Però il 17 luglio scorso è stato emesso e assegnato un nuovo bando per altre 164 persone destinati alle strutture della Asp della provincia di Pescara e negli alberghi privati, ovvero l’Hotel La Cascina di Colle San Donato, ossia una struttura privata in pieno centro urbano, in piena città.

E questo genera un problema di sicurezza perché, come abbiamo cercato di far capire all’assessore regionale Sclocco, una buona percentuale di immigrati che arrivano noi ce li perdiamo, come ha detto la stessa Prefettura in Commissione regionale, molti si allontanano volontariamente, e chi fa richiesta di asilo politico, attende una procedura che dura due anni, in cui noi dobbiamo garantirgli ospitalità e servizi.

Ora – ha proseguito il Capogruppo Sospiri – è chiaro che portare gli immigrati in una struttura non dedicata, in mezzo alla città, in cui non c’è personale idoneo, non è accettabile.

A questo punto se il sindaco Alessandrini non comincia a fare il sindaco di Pescara, non va dal Prefetto a far presente che Pescara non ha la forza né gli strumenti per accogliere altri presunti profughi, noi per gli arrivi previsti all’Hotel La Cascina avremo la stessa reazione dei cittadini e dei consiglieri comunali di Roma, ossia impediremo loro fisicamente di scendere dal bus, impediremo che Pescara venga assediata, perché non è possibile continuare a consentire il business dei privati sugli immigrati.

In più, è assurdo anche pensare di portare 90 immigrati nel quartiere San Donato-Fontanelle dove c’è già un problema sociale di microcriminalità evidente.

Senza dimenticare che gli altri vengono portati nelle strutture sociali della Asp della provincia di Pescara, ossia stanno occupando asili e case di riposo, un patrimonio frutto di lasciti di gente generosa per aiutare gli italiani in condizioni di povertà o difficoltà economiche.

La destinazione d’uso di tali immobili è quella di accogliere quindi anziani e bambini, ma ora li occupano con gli immigrati perché sono un’entrata certa con cui pagare gli stipendi dei dipendenti.

E in Abruzzo parliamo di un business di 13 milioni di euro l’anno. Personalmente ho già scritto una lettera al Prefetto manifestando tali problematiche, e ho presentato un’interrogazione in Regione; i consiglieri comunali scriveranno al sindaco Alessandrini per sollecitare un suo intervento in Commissione prefettizia e se Alessandrini non si muoverà, come hanno invece già fatto i sindaci di Montesilvano e Penne, noi andremo dinanzi all’albergo La Cascina per impedire l’arrivo dei profughi, e a quel punto Alessandrini capirà di avere un problema.

Non vogliamo fomentare la ribellione, sino a oggi siamo stati in silenzio, abbiamo compreso, ma ora Pescara ha già dato, non consentiremo gli arrivi del bando del 17 luglio né quelli di agosto”.

A contestare la scelta della collocazione a Colle San Donato è stato poi il consigliere comunale D’Incecco: “Via Caduti per Servizio, il rione Fontanelle, è esattamente sotto quel colle, è impossibile pensare di controllare gli immigrati ospitati in un albergo privato, che prima o poi usciranno e si ritroveranno in una zona dove c’è già un problema di microcriminalità e una forte tensione sociale, riducendo ulteriormente la percezione della sicurezza da parte dei cittadini”. “Il problema – ha aggiunto il consigliere Rapposelli – è che il sindaco Alessandrini non va proprio al Tavolo della Prefettura, perché se avesse spiegato il problema, probabilmente il Prefetto avrebbe assunto decisioni diverse.

Pescara ha già un problema di accoglienza, rappresentato dalle decine di senzatetto che, siccome non sono profughi, dormono fuori dalla stazione”.

 


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