"Care e indelebili tracce"

l'Abruzzo, dalla memoria individuale alla memoria digitale

12 Aprile 2013   12:49  

Che cos'è la memoria, se non il ricordo di momenti, voci, odori, suoni e immagini?

Sensazioni sulla pelle che danno la realtà.

Storie raccontate da genitori e nonni, tramandate di generazione in generazione ed ogni tanto una foto, un oggetto, una voce registrata o, molto più di recente, un filmato.

Il nostro secolo è condannato a conservare, ma non a ricordare.

Ci muoviamo ciechi fra documenti storici che con fatica cataloghiamo... Ma per chi lo facciamo?
La consapevolezza del proprio passato serve per non ripetere gli stessi errori ed inventarne di nuovi come diceva in una celebre scenetta Groucho Marx, oppure è necessaria per guardare ancora più avanti?

309 morti in meno di 28 secondi e, oggi, ripetiamo gli stessi errori.

Perché? Quelle vite potevano essere salvate solo da un profeta coppitano, oppure avevamo tutti gli elementi per stare allerta?
Questo non è un processo alla scienza, ma alla coscienza della gente, di tutta la gente dagli illustri col doppiopetto nero agli umili in canotta bianca macchiata di calce.
Interviste, documenti, planimetrie, rilievi geologici non sono bastati, mancava qualcosa per comprenderli.

Mancava la chiave per decriptare tutte le informazioni e renderle coscienza.

Oggi abbiamo il dovere di formare quella coscienza, di stampare quella chiave.
Questo è Capoluogo.com la chiave che vuol formare la coscienza, l'indice che vuol catalogare i ricordi e le esperienze.
Questo è quello che vogliamo donare alla nostra terra, una coscienza comune, perché "un popolo che ignora il proprio passato non saprà mai nulla del proprio presente" (Indro Montanelli).

Luca Di Giacomantonio

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