Case popolari, ricostruzione ferma. Rapagnà attacca Chiodi

15 Giugno 2010   14:56  

Sono tornati a presidiare palazzo dell'Emiciclo gli inquilini degli alloggi popolari, per i quali a quattordici mesi dal terremoto ancora non parte la ricostruzione.

L'ex parlamentare Pio Rapagnà, ha vivacizzato la mattinata fuori dal Consiglio regionale, criticando il commissario Chiodi, il suo vice Cialente e l'Ater per i ritardi. “Siamo preoccupati – ha detto – per la completa assenza di interventi di prevenzione e di messa in sicurezza antisismica dell'edilizia residenziale pubblica, e sconcertati per il fatto che i risarcimenti riconosciuti dalle assicurazioni per i danni causati dal terremoto, non si utilizzino per gli interventi di riparazione, ricostruzione e messa in sicurezza degli edifici e delle abitazioni danneggiati, ma vengano stornati verso altre voci di spesa, come, tra le più clamorose, quella per finanziare spese correnti relative alla visita del Papa a Sulmona prevista per il 4 luglio prossimo”.

L'ordinanza 3803 del 15 agosto 2009 ha trasferito nella disponibilità del Commissario delegato 107 milioni di euro per per gli interventi da effettuarsi sugli immobili di proprietà dell'Ater e 43 milioni di euro per gli interventi sugli immobili di proprietà del Comune dell'Aquila. “Che fine hanno fatto questi fondi”” è la domanda che Rapagnà ha rivolto alle istituzioni, sottolineando anche l'immobilismo del Consiglio regionale che dovrebbe intervenire con una legge ad hoc, e a più di un anno dal terremoto, ancora non lo fa.


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