La Corte d'appello dell'Aquila ha emesso una sentenza che condanna un capo animatore turistico di 32 anni a quattro anni di reclusione, diecimila euro di provvisionale, risarcimento da definire in sede civile e pagamento delle spese processuali. L'accusa riguarda la violenza sessuale perpetrata nei confronti di una sua collaboratrice in un albergo di Pescasseroli, datata 28 agosto 2019.
Il giovane, dopo dieci mesi di arresti domiciliari, era stato inizialmente assolto nel luglio 2020 dal tribunale di Sulmona. Tuttavia, la Procura aveva impugnato la sentenza, portando i giudici aquilani a riaprire il caso e ordinare la ripetizione delle testimonianze. La vittima è stata ascoltata ieri davanti alla Corte, confermando le accuse e dichiarando di aver subito violenza per tutta la notte.
L'avvocato della giovane, Alessandro Scelli, aveva chiesto la riforma della sentenza di primo grado con la condanna dell'imputato. La Corte d'appello ha inflitto una pena di quattro anni di reclusione, in contrasto con la richiesta di sette anni avanzata dalla Procura. L'indagine, risalente al 28 agosto 2019, era stata curata all'epoca dal procuratore capo della Repubblica di Pescara, Giuseppe Bellelli.