Contratto con la scolorina all'Università di Chieti, informativa della Guardia di Finanza

22 Gennaio 2014   11:03  

Filippo Del Vecchio direttore generale dell’Università D’Annunzio finisce nell'occhio del ciclone. Il suo nome è su un’informativa che la Guardia di Finanza ha consegnato, o sta per consegnare, in procura.

Lo riferisce Lorenzo Colantonio nell'inchiesta a sua firma sul quotidiano Il Centro. Per ora, bene sottolinearlo, Del Vecchio non è indagato.

L'inchiesta vede al centro un contratto alla scolorina finisce sul tavolo del procuratore. Tutto parte dall’assunzione all’Università di Chieti e Pescara del manager venuto da L’Aquila sulle spalle aveva ed ha un'inchiesta penale per abuso e truffa legata ai cosiddetti affitti gonfiati per la nuova sede di Ingegneria. Il dg Del Vecchio, rinviato a giudizio insieme all’ex rettore aquilano, Ferdinando Di Orio e un imprenditore, sarà processato a febbrario.

L'inchiesta del Centro è però focalizzata su quanto accade a Chieti. E’ il 3 novembre del 2011 quando l’Università D’Annunzio (rettore Franco Cuccurullo) avvia la selezione per la nomina di un direttore generale. Nel bando c'è un requisito fondamentale prevedisto da una legge del 2001, il codice etico della D’Annunzio e il contratto di lavoro, specificamente per dirigenti universitari dell’area VII e cioè che il dg non dev’essere indagato, rinviato a giudizio e tantomeno condannato, come invece è Del Vecchio. E come è possibile dunque che Del Vecchio sia approdato a quel posto? Esistono due contratti, finiti nel dentro un'informativa della Guardia di Finanza che approda in queste ore in Procura.

Nel primo contratto l'articolo 2 c'è, nel secondo contratto, scompare grazie alla scolorina.

Come dimostrano questo foto.

Alla data del 17 settembre, scorso, quando la procura aquilana gli notifica l’avviso di conclusione delle indagini per truffa e abuso, lui è un dirigente: forse non avvisa, come dovrebbe, l'ateneo. Dopo qualche giorno, firma regolarmente il secondo contratto che è della durata di tre anni. Oppure, e la scolorina è qui che forse è stata usata, li li avvisa e ora tocca alla Procura stabilire se l'Ateneo Chietino ha manomesso quel documento e a quale fine.

Scrive il giornalista de Il Centro: “E’ l’11 ottobre del 2012, Del Vecchio sottoscrive il contratto bis che sembra identico al precedente in tutto e per tutto tranne che per un particolare. Il Centro è venuto in possesso dei due atti (pubblicati e messi a confronto in questa pagina), acquisiti dalla procura e, da due mesi, in mano alla Finanza. La differenza balza subito agli occhi: manca un articolo, o meglio la prima parte di quell’articolo che impone una condizione specifica: niente posto all’Ateneo per i dirigenti con problemi con la giustizia. La scolorina ha già colpito quando, il 18 dicembre del 2012, il nuovo rettore, Carmine Di Ilio, in carica da sei mesi, comunica al Cda della D’Annunzio che Del Vecchio è sott’inchiesta all’Aquila. Ma chi si aspetta l’avvio di una indagine disciplinare resta deluso: il Cda non lo fa, anche se decide di non ratificare subito il contratto bis, quello con il passaggio chiave cancellato”.

Ci staremo chidendo cosa è accaduto a Del Vecchio, nulla. l 29 ottobre scorso infatti, il consiglio di amministrazione ratifica con 313 giorni di ritardo il contratto, dandogli così via libera. Ciò accaddee quando il direttore generale, è stato rinviato a giudizio dal gip dell’Aquila per il presunto scandalo degli affitti gonfiati. Notizie uscite su tutti i giornali, di cui nessuno in Ateneo se ne è curato.

Ora lo farà la Procura.

 

 


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