Covid, dopo la Campania, coprifuoco anche in Lombardia e Lazio, Sardegna pronta a restrizioni

22 Ottobre 2020   09:36  

Dopo la Lombardia e la Campania, coprifuoco anche nel Lazio. 

Torna l'autocertificazione per gli spostamenti notturni. Anche la Sardegna e l'Emilia Romagna pronte ad ulteriori misure restrittive

In Lombardia scatta dalle 23 alle 5 a partire da giovedì 22 ottobre, consentiti solo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità o d'urgenza ovvero per motivi di salute, in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, dimora o residenza e autodichiarazione per certificare gli spostamenti: sono le misure contenute nell'ordinanza emanata oggi in Lombardia e firmata dal ministro della Salute Roberto Speranza e dal presidente della Regione, Attilio Fontana valida fino al 13 novembre 2020.

Sono oltre 4000  i nuovi positivi registrati oggi in Lombardia, a fronte di circa 36 mila tamponi eseguiti. Sono numeri record per la regione che portano il rapporto tamponi/positivi circa all'11%, rispetto al 9,3% di ieri. Dei nuovi positivi circa 300 sono ricoverati in reparti covid e un decina in più sono i pazienti in terapia intensiva. Il precedente record di casi positivi era del 21 marzo scorso con 3251 positivi ma un numero di tamponi molto più contenuto.

In forte crescita i contagi a Milano e, soprattutto, nella provincia di Monza e Brianza, dove i casi sono passati dai 123 di ieri ai 671 di oggi. Dei 4.125 nuovi positivi in Lombardia, con 36.416 tamponi effettuati, quasi la metà arriva dalla città metropolitana di Milano, dove ci sono 1.858 casi, di cui 753 a Milano città. Sono 20 i decessi per un totale di 17.123 morti in regione dall'inizio della pandemia. In forte crescita i ricoveri non in terapia intensiva (+253, per un totale di 1.521), in aumento anche i ricoveri in terapia intensiva (+11, 134). Oltre a Milano e Monza e Brianza, restano alti i contagi nelle province di Varese (287) e Pavia (242) e tornano a salire anche in quelle di Brescia (196) e Bergamo (112).

"Noi siamo qua per cercare di trovare delle soluzioni, perché se la pandemia si scatena in una grande città l'effetto è dirompente". Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ai microfoni di Radio Deejay parlando dell'aumento dei casi in città e provincia. "Questo per dire che la situazione è oggettivamente grave e io non posso stare qua a girarmi dall'altra parte, bisogna fare le cose con buonsenso", ha concluso.

"Le strutture sanitarie temporanee allestite nei padiglioni della Fiera di Milano e di Bergamo riaprono nei prossimi giorni e garantiranno al sistema lombardo i primi 201 posti lettoaggiuntivi di cure intensive, che saranno gradualmente occupati". Lo annuncia in una nota il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, al termine della riunione della Giunta che ha varato uno specifico provvedimento in materia, proposto dall'assessore al Welfare, Giulio Gallera.

In Lombardia inoltre c'è "seria preoccupazione" da parte dei vertici degli uffici giudiziari milanesi per l'aumento di casi di positività al Covid nel Palazzo di Giustizia. Un altro pm e' risultato positivo, il sesto nel giro di pochi giorni, mentre diversi altri casi si segnalano nel Palagiustizia e anche negli uffici del giudice di pace una funzionaria è risultata positiva. I vertici stanno studiando il da farsi, anche perché mancano norme di riferimento che consentano loro di intervenire in modo diretto sulla situazione.

Firmata l'ordinanza per la Regione Lazio. Blocco della circolazione dalle 24 alle 5 da venerdì prossimo mentre le disposizione sulla Dad alle superiori e all'Università scatteranno da lunedì prossimo.  L'ordinanza prevede anche un aumento di posti Covid per arrivare ad un numero di 2913 e di questi 552 da dedicare alla terapia intensiva. Inoltre è prevista una manifestazione di interesse per individuare strutture private per effettuare 5000 tamponi al giorno.

L'Emilia Romagna si tiene pronta ad ulteriori misure restrittive. "Dobbiamo stare molto attenti, il virus sta crescendo, in tutta Europa, dove va peggio che da noi. Bisognerà vedere tra qualche giorno se la mascherina all'aperto e l'ultimo Dpcm porteranno risultati. E essere assolutamente pronti a prendere misure restrittive mirate,perché un nuovo lockdown generalizzato non se lo può permettere nessuno". Così il presidente dell'Emilia-Romagna e della Regioni, Stefano Bonaccini, a Tg2 Post. "Bisogna contenere la crescita" del virus "dividendo le cose indispensabili, come scuola e lavoro, dalle altre, valutando giorno per giorno con il governo", ha aggiunto. Chiudere i confini delle Regioni? "Io mi auguro di no". Così ha risposto Stefano Bonaccini, ad una domanda partecipando a Tg2 Post. Un lockdown generalizzato, ha detto, significherebbe "passare alla pandemia economica sociale". Se aumenteranno i contagi, ha proseguito il presidente della Regione Emilia-Romagna e delle Regioni, "serviranno ulteriori restrizioni, bisognerà decidere quali ambiti ci si può permettere di chiudere e quali no. Fabbriche, negozi e scuole non si possono chiudere". 

Dal 23 ottobre, nelle scuole superiori della Basilicata almeno il 50 per cento degli studenti sarà interessato dalla didattica a distanza: lo stabilisce un'ordinanza pubblicata del presidente della Regione, Vito Bardi. La Dad resterà in vigore fino al 13 novembre. Nell'ordinanza, Bardi ha stabilito anche la chiusura dei centri commerciali il sabato e la domenica, ad esclusione di generi alimentari, edicole, tabacchi, farmacie e parafarmacie.

"Se nelle prossime ore il numero dei contagi aumenterà ancora e quello dei ricoveri continuerà a salire con il trend attuale, saremo pronti a intervenire in maniera radicale per invertire questa tendenza e tutelare al meglio la salute di tutti i sardi". Lo dichiara il presidente della Regione Sardegna Christian Solinas dopo l'ultimo bollettino diramato dall'unità di crisi regionale. "Ciò significa - spiega - d'intesa con il ministro della Salute e con l'ausilio del comitato scientifico regionale, applicare in Sardegna uno 'Stop&Go' di 15 giorni per le principali attività, con contestuale chiusura di porti e aeroporti per limitare in modo rapido ed incisivo la circolazione delle persone e, con esse, del virus". Naturalmente, annuncia poi Solinas, "appronteremo di pari passo una serie di misure economiche di supporto per sostenere le perdite derivanti dalla sospensione temporanea delle attività".

"La progressione della curva dei contagi - sottolinea Solinas - sta registrando una accelerazione che impone ulteriori e tempestive azioni per evitare di compromettere la tenuta del sistema sanitario e la regolare erogazione delle cure". Fino ad ora, aggiunge, "grazie all'impegno straordinario del personale ospedaliero, territoriale e amministrativo, l'emergenza è stata governata in modo ordinato ed efficace". Ma oggi, chiarisce, "siamo dinanzi ad un fatto nuovo: le catene di contagio si moltiplicano esponenzialmente perché troppi hanno abbassato la guardia e stanno sottovalutando la portata del fenomeno, tanto che il semplice appello al buon senso e alla responsabilità nell'osservanza delle buone pratiche (distanziamento personale, divieto di assembramento, igiene delle mani e obbligo di mascherina) sembrano non essere sufficienti".

ANCI, SUBITO RISTORO ALLE ATTIVITA' CHE SI VUOLE CHIUDERE - "Chiunque decida di chiudere qualcosa deve chiarire come intende ristorare e in quanti giorni - ad horas, diremmo - le attività che subirebbero danni economici. Se non lo si fa con provvedimenti assunti preliminarmente non ci sarà nessuna credibilità di chiedere sacrifici alla gente". Lo scrive su Facebook il presidente dell'Anci Sardegna, Emiliano Deiana, in merito al paventato lockdown di 15 giorni ipotizzato dal governatore Christian Solinas in caso di aumento dei contagi e dei ricoveri ospedalieri.

Il presidente dei sindaci sardi va anche all'attacco dell'assessore regionale della Sanità, che aveva accusato i primi cittadini di fare allarmismo. "Anche il presidente della Regione fa allarmismo? - chiede - I sindaci è da quasi un mese che hanno lanciato l'allerta sull'aumento dei contagi e sulla estrema fragilità del sistema sanitario. Siamo strati trattati, anche in un dibattito in consiglio regionale, da irresponsabili catastrofisti che fanno allarmismo e terrorismo. E ora come la mettiamo? La situazione sta andando fuori controllo? Sarebbe utile che, finalmente, la si finisse con le chiacchiere, con la testa perennemente rivolta al passato e si decida di affrontare la situazione per quella che è: vedere i dati, darsi degli obiettivi, valutare scenari", chiarisce Deiana.


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