Decreto diffida a Cialente: Benedetti scrive a Napolitano ed al Governo

10 Maggio 2013   13:22  

Gentilissimo Signor Presidente, Gentilissimi Tutti,

rendo noto che il Consiglio Comunale dell’Aquila, nella seduta convocata il giorno 9 maggio sulle problematiche della ricostruzione a larga maggioranza, ha votato di non voler recedere dalla protesta innestata dal Sindaco all' unisono con la Giunta dell'Aquila, impegnando il primo cittadino a non rimettere le bandiere tricolori sugli edifici pubblici del Comune e a non indossare la fascia.

Il Consiglio Comunale ha ripercorso tutte le fasi di questi drammatici quattro anni, prendendo atto che se non dovesse arrivare il finanziamento col meccanismo della cassa depositi e prestiti di un miliardo e mezzo per il cratere, il centro storico ė destinato a non ripartire neanche nel 2013.

Il Consiglio Comunale ė consapevole della gravità della forma di protesta. Si sarebbe anche potuto dare per l'ennesima volta fiducia alle promesse del Governo, considerando che esso si ė appena insediato. Ma il Consiglio Comunale, ha ritenuto che la scelta del Governo di minacciare la rimozione del Sindaco appena rieletto e quindi lo scioglimento di un Consiglio Comunale votato dalle cittadine e dai cittadini, sia uno degli atti politici di maggior violenza istituzionale che non
avrebbe precedente alcuno nella storia dell'Italia Repubblicana.

Il Consiglio Comunale, avrebbe anche potuto chiedere al Sindaco di tornare indietro sui suoi passi ma non lo farà mai, sotto la minaccia di essere mandato a casa come un assise mafiosa, nel momento in cui sta difendendo la Comunità, la Città e l'intero cratere, abbandonati a se stessi non tanto da scelte politiche quanto da apparati burocratici ministeriali che con ingiustificabili atteggiamenti si sono schierati contro la nostra disperazione.

Quanto è stridente l'atteggiamento di un Governo che appena insediato minaccia gli eletti dal popolo, a fronte della solidarietà profonda che il paese ci ha sempre dimostrato ed in queste ore sta tornando a manifestarci.

Non dimenticheremo mai che riconoscendosi nel sentimento della Patria e la solidarietà, in nome del tricolore, a L'Aquila, in quei mesi drammatici, sono venuti 17500 volontari che con sacrificio, professionalità ma soprattutto amore, ci hanno aiutato e fatto sentire meno disperati.

Il Consiglio Comunale sa che quei 17500 italiani sono oggi con L'Aquila nella battaglia per la sopravvivenza. Non possiamo sentirci condannati a vivere il resto della nostra vita tra le macerie di quella che ė stata una delle città più belle d'Italia.

Del resto ė competenza del Consiglio decidere se e come, in base alla legislazione vigente, esporre la bandiera e l'obbligo di esporla ci sarebbe solo nel Consiglio Comunale.

 


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