Demon Slayer il gioco online epico che miscela D&D ed il giappone

19 Agosto 2013   17:04  

Il settore dei browser game è sempre stato considerato “di nicchia” nel mercato videoludico, con pochi titoli che hanno raggiunto un buon successo: Ogame, Travian e i giochi in Flash presenti su portali come Kongregate, ArmorGames e, ovviamente, Facebook.

All’ombra di questi, però, esiste un sottobosco di produzioni di più ampio respiro, tra i quali dei veri e propri MMO il cui client di gioco è accessibile direttamente dal proprio browser. Fra gli ultimi disponibili online, oggi vi parliamo di Demon Slayer.

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Versione in Italiano del già affermato MMORPG per browser game Wartune, sviluppato dallo studio cinese 7 Road, Demon Slayer è un MMO che unisce al suo interno feature appartenenti a più generi diversi, dal gestionale al dungeon crawler, il tutto in una cornice essenziale e fruibile anche su PC non troppo performanti.

Cominciando la partita, al giocatore viene offerta la possibilità di selezionare il proprio avatar - uno per ogni server di gioco - fra tre classi disponibili: Arciere, Guerriero e Mago.
Quello che segue è un lungo tutorial, in cui il gioco illustra quasi per filo e per segno caratteristiche di gioco basilari come il movimento del personaggio nelle mappe, l’utilizzo della borsa e degli oggetti di equipaggiamento, finché non si viene introdotti a una delle caratteristiche fondamentali: il castello. In questa schermata, con l’avanzare dei livelli di esperienza, vengono progressivamente sbloccate delle strutture con cui è possibile modificare diversi aspetti del gioco, come il tipo e la qualità di truppe reclutabili, con cui accompagnare in combattimento il proprio avatar, la quantità di popolazione massima del proprio insediamento (che influisce sul numero di truppe che si può mantenere), la quantità di oro massima accumulabile e lo sviluppo di abilità passive che influiscono sia sul personaggio che sulle truppe.

Altre strutture sbloccabili nel corso del gioco, come il “Salone competizioni” e la “Porta dell’eroe”, invece, permettono di accedere rispettivamente al PvP, diviso in singolo (in cui i giocatori si scontrano in 1v1 con l’aiuto delle proprie truppe) e a squadre (un 3v3 in cui le squadre sono composte interamente da giocatori umani), e al co-op, in cui fino a tre giocatori affrontano la versione locale delle instance presenti in ogni MMORPG moderno. Come se non bastasse, raggiunto un certo livello viene sbloccata la Fattoria, una struttura dove, come lascia intuire il nome, si possono coltivare dei semi che, una volta maturi, forniscono risorse come soldi e anime, queste ultime necessarie per aumentare il livello delle truppe.
Passando all’azione vera e propria, che tra l’altro interessa la maggior parte delle quest che vi verranno proposte nel gioco, tra Principali e Giornaliere, Demon Slayer propone un combattimento strategico in cui il nostro avatar e un tipo di unità a scelta fra quelle reclutate attaccano le unità avversarie comandate dalla CPU. Sfortunatamente questo aspetto non sembra essere molto curato rispetto agli altri: l’unico livello di interazione permesso al giocatore, infatti, è la possibilità di scegliere gli attacchi speciali da far eseguire all’avatar, che sfruttano una risorsa chiamata “Furia”, accumulabile eseguendo gli attacchi di base. Tutti gli altri aspetti del combattimento, come la scelta degli obiettivi per gli attacchi del personaggio o degli alleati, invece, sono gestiti interamente dalla IA e, in alcuni casi, può capitare di subire brucianti sconfitte a causa di attacchi inviati verso le unità sbagliate.
Sfortunatamente la casualità del sistema di combattimento non è l’unico difetto di Demon Slayer, anzi passa facilmente in secondo piano in confronto alla terribile localizzazione in Italiano dei dialoghi e di tutte le informazioni testuali del gioco.
Quello che, sulla carta, poteva essere un gesto interessante da parte del distributore Koram Games, infatti, si scontra con l’insensatezza, gli errori grammaticali e di sintassi, che ci fanno pensare a una traduzione fatta con Google Translate dal personale cinese della stessa azienda, senza alcun controllo qualità o almeno una rilettura da parte di un madrelingua.

Se è vero che i brandelli di testo che appaiono durante le quest principali non sono fondamentali alla fine dell’esperienza ludica complessiva, la mancanza di senso nei testi relativi alle funzioni del gioco, nelle descrizioni delle abilità e la mancanza di coerenza fra i nomi elencati nel tutorial e quelli presenti nel gioco non aiutano a comprenderne appieno il funzionamento, costringendo il povero giocatore a procedere a tentativi.

Un altro difetto di Demon Slayer, comunque inferiore rispetto a quello presentato dalla “traduzione” in Italiano, consiste nelle limitazioni imposte dallo sviluppatore per incentivare l’uso del cash shop e della valuta reale per estendere la propria esperienza di gioco.
Rispettando la natura Freemium di queste produzioni, quindi, il giocatore ha a disposizione una quantità limitata di “stamina”, che viene ricaricata quotidianamente a metà, con cui può assicurarsi l’ottenimento di oggetti dalle campagne single-player. In modo simile la quantità di riscossioni dei tributi dal castello, di combattimenti PvP in arena e a squadre e di campagne co-op affrontabili è limitato a un totale giornaliero, esaurito il quale è necessario essere abbonato al servizio VIP per andare oltre. Come già visto in altri browser game gestionali come Kingdoms of Camelot, inoltre, il potenziamento delle strutture e la ricerca delle tecnologie attiva un cooldown progressivamente più lungo, che richiede una quantità ugualmente esosa di Diamanti (acquistabili con soldi reali) o “Regali VIP” (una sorta di crediti speciali, ottenibili in diversi modi nel gioco stesso) per essere aggirato.
Demon Slayer è un interessante MMO fruibile via browser, che presenta influenze da generi come quello dei gestionali, degli strategici a turni e dei farm simulator. Il suo problema più grande, a parte le limitazioni imposte per stimolare l’utilizzo del cash shop, è la qualità infima della traduzione italiana dei testi, che rende impossibile capire appieno il funzionamento di tutti i suoi meccanismi. Se l’esperienza generale vi piace e non avete problemi con l’inglese, potete sempre rivolgervi alla versione in lingua.

(fonte: everyeye.it)


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