Di Meo non è più l'allenatore del Chieti: "Nessun rancore, ma più rispetto non avrebbe guastato"

"Nulla da imputare ai ragazzi, spesso penalizzati da assenze"

14 Gennaio 2014   15:12  

Un saluto senza rancore, ma con un lieve puntiglio, quello che Pino Di Meo ha voluto rivolgere all'ambiente neroverde a poche ore dal suo esonero dall'incarico di allenatore del Chieti.

Fatale, al tecnico, è stata soprattutto la classifica deficitaria, che vede la compagine teatina al momento al 12° posto in graduatoria in coabitazione con Messina, a quattro lunghezze dall'8° posto occupato dall'Ischia Isolaverde, ma appena un punto sopra il trio formato da Tuttocuoio, Martina ed Aprilia, che in questo momento sarebbero automaticamente retrocesse in D.

Un piazzamento frutto di 6 successi, 5 pareggi e ben 8 sconfitte in 19 giornate sin qui disputate, conseguenza diretta di un attacco poco prolifico, con sole 15 reti all'attivo (a fronte di una difesa con soli 14 gol al passivo), e di un filotto di risultati negativi nelle ultime partite, conclusosi con una prestazione impalpabile e priva di mordente della squadra contro la Vigor Lamezia.

Per quanto riguarda i possibili motivi del rendimento sotto le apettative della squadra nei quattro mesi della sua gestione, Di Meo ha indicato come causa primaria le tante assenze che si è ogni volta trovato a dover fronteggiare: "Siamo stati molto penalizzati dalle squalifiche e dagli infortuni che ci hanno quasi sempre impedito di essere al completo e poter schierare la formazione migliore, ma comunque ai ragazzi non ho nulla da rimproverare, anzi voglio ringraziarli".

Nulla da imputare nemmeno alla dirigenza per la decisione assunta, anche se qualche sassolino dalla scarpa Di Meo ha voluto comunque levarselo: "Nessun rancore nei confronti della società, sono i rischi del mestiere, anche se devo ammettere che mi sarei aspettato maggiore rispetto. In ogni caso, ringrazio quanti mi sono stati vicini e mi hanno appoggiato".

Lorenzo Ciccarelli


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