Dimessa dall'ospedale, 23enne di Pratola muore cinque giorni più tardi a casa

La sorella: "Una flebo dopo due ore e ci hanno mandati a casa"

25 Agosto 2014   11:18  

Si era sentita male lo scorso lunedì ed era stata trasportata presso il pronto soccorso dell'ospedale di Sulmona, dove le era stata somministrata una flebo e dimessa dopo che le sarebbe stata diagnosticata una broncopolmonite da curare a casa.

Senonché sabato sera, cinque giorni dopo il controllo ospedaliero, Cristina Perna, 23enne di Pratola Peligna, è improvvisamente morta in casa propria, dopo aver accusato un malore in bagno ed aver battuto la testa nel cadere a terra.

Vani i tentativi di soccorso operati dai familiari presenti nell'abitazione: resta una morte con molti aspetti che non sembrano chiari, sulla quale stanno muovendosi anche i carabinieri. Non è ancora ufficialmente scattata alcuna inchiesta, ma appare assai probabile che ciò possa accadere oggi, allorché il rapporto dell'Arma finirà nelle mani del procuratore capo Aura Scarsella.

Intanto, mentre nella mattinata di oggi si sono svolti i funerali della giovane, a nome dei familiari ha esternato tutto il proprio dolore e la volontà di fare emergere la verità sulla tragica vicenda la sorella di Cristina, Anna Rita, che ha puntato senza mezzi termini il dito contro i controlli cui la sorella è stata sottoposta nella giornata di lunedì.

"Abbiamo atteso a lungo nell'atrio del pronto soccorso con mia sorella che era bianca in volto ed aveva la pressione bassissima" - ha raccontato Anna Rita - "e poi, dopo circa due ore, il medico le ha iniettato una flebo dicendo che molto probabilmente si trattata di una broncopolmonite che andava curata a casa".


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