Diocesi L'Aquila, le autorità debbono ascoltare la nostra voce

04 Marzo 2010   12:42  

La diocesi dell'Aquila presentera' il prossimo 8 marzo al sindaco, alla giunta e ala Consiglio Comunale un "progetto sociale" per i nuovi insediamenti abitativi, nati per dare un tetto agli sfollati, dove non mancano solo i luoghi di culto ma anche spazi aggregativi e servizi.

Lo afferma il vescovo ausiliare, mons. Giovanni D'Ercole "Entro la prossima settimana - spiega in un'intervista diffusa dal Servizio Informazione Religiosa - concluderemo uno studio sulle nuove aree del progetto Case e dei Map (le casette ndr). Una mappatura di quella che e' la situazione e una proposta per l'inserimento organico di servizi sociali, economici, religiosi e culturali". All'interno di ogni area la Protezione Civile aveva previsto la destinazione del 30-40 per cento della superficie a servizi ma ad oggi non e' ancora stato realizzato nulla.

"Grazie al sostegno della Caritas, della Cei e di altri donatori privati - continua mons. D'Ercole - abbiamo le risorse disponibili per realizzare subito alcuni centri per la comunita'. I progetti sono gia' da tempo nelle sedi competenti dei Comuni ma stiamo aspettando l'autorizzazione a partire". Sono 21 i nuovi insediamenti nel solo Comune di L'Aquila per un totale di circa 15 mila persone.

"La mancata realizzazione di centri per la comunita' nei villaggi - conferma Danilo Feliciangeli di Caritas Italiana - non e' dovuta ne alla mancanza di fondi ne di progetti, ma alle difficolta' di ottenere le autorizzazioni". Ad oggi Caritas italiana ha realizzato tre centri per la comunita' a San Vito, Arischia e Bagno mentre uno e' in via di ultimazione a San Giacomo.

A questi si aggiungono altri interventi come la sede Caritas e tre scuole, in via di ultimazione, a Fossa, Ocre e Roio Poggio. "Finita la fase di emergenza - continua Feliciangeli - con il passaggio delle competenze dalla Protezione Civile al nuovo commissario Chiodi, i Comuni si sono riappropriati delle potere di indirizzo e quindi spetta ai Consigli Comunali decidere la destinazione d'uso della aree da destinare a servizi nei singoli insediamenti.

Questo e' senz'altro positivo perche' rimette le comunita' al centro delle decisioni ma rende tutte le procedure piu' lente, perche' si devono attendere i vari passaggi dell'iter burocratico e questo sta rallentando la risposta ai bisogni delle popolazione". Ad oggi Caritas italiana ha investito in progetti circa un terzo dei 35 milioni di euro frutto della raccolta nelle diocesi italiane e dei 5 milioni messi a disposizione della Cei.

Le richieste della Chiesa coincidono con l'avvio della seconda fase d'intervento della rete Caritas in Abruzzo. "Nella prima fase - sottolinea il responsabile del Centro di coordinamento di Caritas Italiana a Coppito - le delegazioni Caritas regionali concentravano la propria azione in una delle nove aree omogenee in cui, nell'ambito dei gemellaggi, era stato diviso il territorio cosi' da poter meglio rispondere alle esigenze della popolazione in una situazione di emergenza.

In questa seconda fase (da gennaio a ottobre 2010) abbiamo pensato, invece, in accordo con l'arcidiocesi di L'Aquila, di creare cinque e'quipe che si concentreranno, non piu' su una zona, ma su altrettanti ambiti d'intervento ritenuti prioritari. Un modo per fare tesoro delle esperienze di tutte le delegazioni proponendo iniziative di respiro piu' ampio". Le equipe saranno miste, ovvero formate da operatori di Caritas italiana, delle delegazioni regionali e di operatori e volontari della Caritas diocesana.

"La presenza degli operatori locali in ogni settore - continua Feliciangeli - e' molto importante perche' rientra nella prospettiva di un progressivo passaggio di competenze a Caritas L'Aquila con il progressivo disimpegno delle delegazioni regionali". Ad oggi sul territorio aquilano sono ancora presenti tutte le delegazioni ad eccezione di Caritas Calabria. Il primo settore, in cui si concentra il lavoro delle e'quipe, e' la costruzione e la valorizzazione di spazi in cui la comunita' possa ritrovarsi e stare insieme.

Il secondo, collegato al primo, prevede il sostegno ai parroci nell'attivita' di animazione, per aiutare le parrocchie a riscoprire il senso della comunita'. "Questo aspetto - continua Feliciangeli - riguarda in particolare i nuovi insediamenti del Piano Case (che ha visto la costruzione di 4.500 appartamenti in 19 nuovi insediamenti abitativi per un totale di circa 13 mila persone, ndr). Qui e' importante aiutare i parroci a incontrare i nuovi fedeli e conoscere le famiglie".

Il terzo ambito riguarda l'ascolto delle persone e dei loro bisogni. Un impegno in cui, fin dai primi mesi dopo il sisma, e' attiva Caritas L'Aquila con i propri centri di ascolto. Il quarto ambito prevede la promozione di iniziative di sostegno all'impresa e al microcredito, in accordo con altri partner.

Infine, il quinto settore si concentra sulla collaborazione alle iniziative pastorali dell'arcidiocesi aiutando soprattutto nella diffusione delle proposte sul territorio attraverso la rete dei volontari e operatori Caritas. (AGI)


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