Donna annegata nel sottopasso, in 3 rischiano il processo

25 Febbraio 2016   09:07  

 La Procura di Pescara ha presentato la richiesta di rinvio a giudizio nell'ambito della vicenda relativa alla morte di Anna Maria Mancini, la donna di 57 anni di Santa Teresa di Spoltore (Pescara) annegata nel dicembre 2013 nella sua auto sommersa dall'acqua in un sottopasso allagato in localita' Fontanelle, a Pescara.

Tre gli imputati che rischiano il processo: Lucia Pepe, socio amministratore e legale rappresentante dell'impresa Eredi Pepe Salvatore che si era aggiudicata l'appalto per la realizzazione del sottopasso in sostituzione del passaggio a livello; Giuliano Rossi in qualita' di direttore dei lavori e sottoscrittore del certificato di regolare esecuzione; Raffaele Bello come responsabile del cantiere.

Esce invece definitivamente di scena Mario Fioretti, colonnello della polizia municipale responsabile del Comune delegato alla sicurezza stradale, in quanto la sua posizione e' stata archiviata.

Secondo il pm Silvia Santoro, che ha coordinato le indagini dei carabinieri diretti dal capitano Claudio Scarponi, nel sottopasso di Fontanelle sarebbero state installate due elettropompe con caratteristiche di potenza, portata e prevalenza nettamente inferiori a quelle previste dal progetto.

Secondo il pm la colpa di Pepe sarebbe quella di "non essersi uniformata al progetto redatto dalla societa' Iadanza Engineering Srl a regola d'arte installando due elettropompe sommergibili con caratteristiche di potenza, portata e prevalenza nettamente inferiori a quelle progettualmente previste".

Rossi avrebbe invece "redatto un certificato di regolare esecuzione dei lavori non rispondente a verita' in quanto dichiarava la perfetta rispondenza al progetto redatto dalla societa' Iadanza Engineering", mentre Bello "intervenuto al sopralluogo del settembre 2007", avrebbe "sottoscritto il medesimo documento".

I tre imputati sono anche accusati di falso relativamente al certificato di regolare esecuzione dei lavori.

Secondo l'accusa, Pepe, Rossi e Bello, avrebbero "attestato falsamente che i lavori di realizzazione dell'opera erano stati regolarmente eseguiti".

Sempre secondo la procura, i tre, inoltre, avrebbero redatto "la relazione e il verbale di collaudo statico dei lavori di realizzazione del sottopasso attestando falsamente che l'esito della visita del sopralluogo e' positivo, non avendo riscontrato ne' difformita' al progetto esecutivo ne' difformita' tali da inficiare la sicurezza, l'efficienza e la funzionalita' dell'opera".

L'udienza davanti al gup del Tribunale di Pescara, Gianluca Sarandrea, a carico di Pepe, Rossi e Bello, accusati di omicidio colposo e falso, si terra' il prossimo 26 aprile. Il marito della donna, Lamberto Galiero, autista della Regione Abruzzo, e i due figli si sono costituiti parte civile.

L'avvocato Mirco D'Alicandro, legale dei familiari della 57enne, chiedera' il risarcimento danni e ha chiesto la citazione del Comune di Pescara come responsabile civile


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