Droga, tifosi violenti e rapina: cinque arresti nel pescarese

18 Novembre 2010   12:00  

DUE ARRESTI E UNA DENUNCIA DOPO PESCARA-ASCOLI

Due tifosi sono stati arrestati e uno denunciato per il lancio di petardi avvenuto lunedi' durante la partita Pescara-Ascoli, che si e' conclusa con il risultato di 1 a 2. A darne notizia e' stato oggi il questore di Pescara, Paolo Passamonti, affiancato dal vicario Mario Della Cioppa. Complessivamente, ha spiegato, sono stati lanciati 22 petardi di grosse dimensioni, finiti sulla pista di atletica, come non era mai accaduto fino ad oggi, e prima del lancio era comparso uno striscione in curva Nord con su scritto "Alle vostre diffide rispondiamo cosi'".

Si 'e anche rischiato, ha spiegato sempre il questore, di sospendere l'incontro di calcio, considerato che l'episodio si e' ripetuto nell'arco dei 90 minuti, anche se in maniera limitata.

Al termine dell'incontro due tifosi, di 40 e 22 anni, sono stati subito identificati e arrestati e un terzo, di 45 anni, e' stato denunciato dopo aver visionato le immagini riprese durante la partita. Tutti saranno sottoposti a Daspo.

I due arrestati sono stati giudicati ed hanno patteggiato una pena di 6 mesi. Nelle ore successive sono proseguite le perquisizioni nei confronti dei tifosi e nella sede dei "Pescara rangers", in via Pepe, che questa mattina e' stata sequestrata (e' di proprieta' dell'Ater).

All'interno c'erano fumogeni detenuti illegamente, un'ascia, un coltello e una riproduzione di una pistola antica. La polizia ha fatto notare che uno degli arrestati, il piu' giovane, ha cambiato in continuazione abbigliamento e travisamento e quando ha lanciato il materiale dagli spalti era a torso nudo e con il volto coperto da una sciarpa. Alla luce di quanto accaduto i pescaresi che non hanno la tessera del tifoso non potranno assistere alla partita di calcio a Frosinone. La polizia annuncia che i controlli proseguiranno e intanto continuano le indagini per individuare gli altri responsabili del lancio di petardi, una decina in tutto.

DROGA, DUE ARRESTI A PESCARA 

Una donna incensurata di 45 anni di Pescara, Antonella Cianci, e' stata arrestata dal personale della squadra mobile dopo essere stata trovata in possesso, in casa, di un chilo e 169 grammi di eroina e 602 grammi di cocaina, suddivisi in vari panetti. La donna, che ha una figlia disabile, e' stata sottoposta agli arresti domiciliari sia perche' incensurata sia per accudire la figlia. La polizia ritiene che la droga appartenesse ad altri, ma su questo punto sono ancora in corso le indagini - come ha spiegato in conferenza stampa il dirigente della mobile, Pier Francesco Muriana. Per entrare in casa della donna, in via Tavo, la polizia ha usato una stratagemma. Oltre ad intervenire in borghese i poliziotti hanno scritto sulla macchina di servizio "Inps", usando un nastro adesivo, considerato che la donna ha rapporti con l'istituto di previdenza. Il blitz nell'abitazione e' avvenuto su segnalazione della squadra volante e del reparto prevenzione crimine che nei giorni scorsi hanno notato dei movimenti sospetti nella zona.

Altro arresto è stato effettuato sempre nelle ultime ore in via Rigopiano, in zona Colli. Nel corso di un controllo nei confronti di Domenico Di Pietro (55enne con precedenti), i poliziotti hanno infatti rinvenuto nelle tasche del giaccone dell'uomo 31 grammi di eroina. In casa dell'uomo sono stati poi recuperati ritagli di cellophane per il confezionamento delle dosi e un bilancino elettronico.

ARRESTATO ROMENO PER PESTAGGIO A CONNAZIONALE

Arrestato il terzo romeno, Ilie Chiribou, che unitamente a due complici (arrestati lunedì scorso) aveva aggredito selvaggiamente un connazionale per rapinarlo di pochi spiccioli. I tre lo avrebbero picchiato brutalmente, la notte tra il 5 e il 6 novembre, perche' volevano rubargli 1.800 euro, da poco riscossi come indennita' di disoccupazione. Il colpo e' fallito (i tre sono riusciti ad avere solo 45 euro dal romeno aggredito) e la vittima del pestaggio e' finita in ospedale con il setto nasale rotto (prognosi di 30 giorni). Il poveretto sarebbe anche stato minacciato: gli aggressori non volevano che parlasse con la polizia.


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