Emendamenti alla delibera sull’Imu in Consiglio comunale a Pescara

18 Giugno 2012   22:22  

“E’ stato alzato a 30mila 500 euro il limite massimo del reddito per tutti i cittadini che hanno contratto un mutuo e potranno beneficiare dell’aliquota Imu agevolata al 3 per mille, anziché il 4 per mille, sull’abitazione principale del nucleo familiare. Lo ha deciso il Consiglio comunale approvando con 17 voti a favore della maggioranza, 5 contrari dell’opposizione e un presente non votante, il subemendamento presentato dalla coalizione di centro-destra che fino all’ultimo tenterà, con l’assessore ai Tributi Filippello, di individuare ogni misura utile per rendere meno gravoso il peso dell’Imu sulle famiglie pescaresi. E di fatto si tratta dell’unico emendamento approvato quest’oggi dall’assemblea che ha determinato la decadenza, a cascata, di circa un centinaio di emendamenti ostruzionistici presentati dal centro-sinistra. Una dimostrazione della compattezza della coalizione di governo che ha ovviamente spiazzato l’opposizione, che ha tentato una resistenza inconsistente e che non riuscirà a rallentare ancora per molto l’azione della maggioranza stessa”. Lo ha detto il consigliere Pdl Lorenzo Sospiri che ha presentato il subemendamento in aula. Ad aprire la seduta, in mattinata, erano stati ancora gli esponenti del Pd che hanno chiesto di rinviare ad agosto, addirittura, l’approvazione del Regolamento Imu e del bilancio, “una richiesta assurda ed evidentemente strumentale, tesa unicamente a bloccare e rallentare il lavoro del centro-destra, senza farsi alcuno scrupolo del danno enorme che tale dispositivo avrebbe eventualmente procurato alla città, bloccando opere pubbliche, cantieri e ogni altra azione utile ad agevolare la vita del territorio, e di questo tentativo troveremo il modo di informare i cittadini”, ha commentato il consigliere Sospiri. Subito è stata convocata una riunione straordinaria della Commissione Finanze, presieduta da Renato Ranieri, con il dirigente dell’Ufficio Ragioneria, Giovanni D’Aquino che ha replicato, punto punto, alle motivazioni accampate dal centro-sinistra. “L’ultimo Decreto legge sull’Imu è stato pubblicato il 3 maggio 2012, ovvero successivamente all’approvazione del bilancio da parte della giunta, avvenuta il 30 marzo scorso – ha chiarito D’Aquino -, e la norma mette in discussione l’ammontare complessivo del gettito Imu e il fondo perequativo, ciò significa che i gettiti erariali al nord non sono uguali a quelli del sud, di conseguenza bisogna garantire i gettiti e si vanno a rimpinguare sulla base delle esigenze di ogni territorio. Per quanto riguarda l’Imu, dall’analisi effettuata dai tecnici ministeriali e sulla scorta dei gettiti stimati, l’Imu sulla prima abitazione dovrebbe determinare a Pescara, secondo i tecnici del Mef, un gettito pari a 12milioni 336 mila euro, ma secondo i nostri tecnici, che hanno effettuato la stima sulla base dei nostri archivi Ici e della banca dati dei contribuenti aggiornata, tenendo conto della composizione dei nuclei familiari quindi delle reali detrazioni per ciascun contribuente, l’Imu sulla prima casa determinerà un gettito pari alla metà, ossia inferiore ai 7 milioni di euro. Questa differenza è determinata dal fatto che il dato erariale non risente di una anagrafica comunale, ovvero si basa su valutazioni generiche, tanto che anche l’Anci si è mossa in tal senso contestando la differenza e di fatto noi non possiamo tener conto della tabella del Mef in quanto non conosciamo i criteri su cui si basano quelle valutazioni”. Al termine della riunione straordinaria della Commissione, il Consiglio si è nuovamente riunito e il centro-sinistra ha presentato i propri primi emendamenti ai quali il centro-destra ha presentato un sub-emendamento che ha annullato in toto l’articolo 15 e lo ha sostituito con un nuovo articolo, con il quale si stabilisce che ‘per i nuclei familiari composti da almeno due persone che abbiano contratto un mutuo ipotecario per l’acquisto dell’unità immobiliare adibita ad abitazione principale, censita nelle categorie catastali da A2 ad A5 e relative pertinenze, è prevista un’aliquota ridotta rispetto a quella ordinaria’, ovvero il 3 per mille anziché il 4 per mille. “Nel sub-emendamento – ha precisato il consigliere Sospiri – abbiamo precisato che i componenti del nucleo familiare non devono possedere altri immobili e devono avere un reddito non superiore ai 30mila 500 euro, leggermente superiore ai 30mila euro stabiliti inizialmente, questo per venire incontro ulteriormente alle famiglie pescaresi allargando leggermente la forbice degli ammessi al beneficio. Il sub-emendamento che ha di fatto sostituito per intero il vecchio articolo 15 è stato approvato dal Consiglio con 17 voti a favore della maggioranza, i 5 contrari della minoranza e 1 presente non votante; poi l’emendamento, così come sub-emendato, è stato approvato con 19 voti a favore, 2 contrari, 1 astenuto e 3 non votanti, e di fatto ha fatto decadere tutti gli altri emendamenti del centro-sinistra, circa un centinaio”. La discussione è proseguita in aula con l’inizio della discussione sugli emendamenti del Pd all’articolo 16 della delibera e la seduta è stata interrotta poco dopo le 18.30 per essere aggiornata a domani, martedì 19 giugno, alle ore 16.

Intanto a fine seduta si è registrata la protesta del cittadino Domenico Zazzetta, che, sul terrazzo adiacente la sala consiliare, si è versato addosso un po’ di benzina, nascosta in una bottiglietta di acqua minerale, per manifestare contro l’assenza di un alloggio in cui vivere, dopo aver dovuto lasciare l’albergo in cui era stato sistemato dai servizi sociali del Comune per problemi di ordine pubblico. Zazzetta è stato fermato dalla Polizia municipale e riportato alla calma. “Purtroppo – hanno spiegato gli assessori Cerolini e Del Trecco – sul ‘caso’ Zazzetta abbiamo le mani legate e rifiuta ogni tipo di collaborazione: gli era stato chiesto di partecipare a un progetto di integrazione lavorativa che giustificasse ulteriori aiuti nei suoi confronti, lavorando per tre giorni a settimana nel canile comunale, ma dopo due giorni ha rifiutato l’incarico. Gli abbiamo proposto la sistemazione nel dormitorio della Caritas, ma ha rifiutato, e non è possibile procedere con l’assegnazione di un alloggio popolare, dal quale venne peraltro sfrattato due anni fa per grave morosità. Oggi Zazzetta non è in graduatoria, non avendo neanche presentato domanda, e peraltro lo stesso cittadino ha una rete parentale che in qualche modo può ed è obbligata a dargli idoneo supporto, ossia la madre, titolare di un alloggio, e un fratello”.

 

 


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