Emergenza cinghiali, troppi morti, il “Selecontrollo è poco efficace”

31 Ottobre 2017   10:42  
"Prima Daniela Martorella. Erano le 6 del mattino del 30 agosto 2016. La 37enne operaia della Sevel aveva terminato il turno di notte e insieme a un collega stava tornando a Bomba. All'altezza del bivio per Piane d'Archi e Casoli l'auto su cui viaggiava, nel tentativo di evitare alcuni cinghiali balzati sulla carreggiata, invade la corsia opposta e si scontra frontalmente con un'altra vettura. A causa del violentissimo urto, Daniela viene sbalzata fuori dall'abitacolo e il suo corpo si va a incastrare sotto l'altra automobile coinvolta nell'incidente. Estratta dalle lamiere in condizioni disperate, la giovane donna non ce la fa. Muore e lascia due figli orfani.
 
Due mesi fa Filippo Frezza. 39 anni e ben voluto da tutti, aveva trascorso una serata con gli amici in un bar di Roccaraso. Diretto verso Rocca Pia, un cinghiale gli taglia la strada. Il giovane consigliere del piccolo Comune aquilano non riesce a schivare l'animale che nell'impatto muore. Filippo sfonda il parabrezza e il suo corpo va a sbattere contro un cippo chilometrico posto ai margini della carreggiata. Il decesso è istantaneo.
 
Giovedì scorso un'altra tragedia sfiorata nella frazione Le Morge di Torino di Sangro, nel Chietino, quando due auto sulle quali viaggiavano sei persone si sono scontrate con un branco composto da una ventina di cinghiali. Il risultato? Vetture notevolmente danneggiate e contusioni multiple per i sei malcapitati.
 
Le politiche adottate dalla Giunta regionale riguardo la problematica degli ungulati non sono state affatto risolutive. Prima che altri innocenti perdano la vita a causa della fauna selvatica, l'esecutivo a guida PD individui soluzioni efficaci e immediate.
 
Basta piangere morti. Basta assistere allo strazio di famiglie". E' questo il commento diramato dal Consigliere regionale Leandro Bracco dopo quanto verificatosi giovedì sera nella zona orientale della Val di Sangro quando a causa dei famigerati cinghiali, un altro evento nefasto stava per concretizzarsi e solamente il caso ha voluto che l'incidente accaduto non avesse conseguenze irreversibili.
"Oramai la questione degli ungulati e dei cinghiali nello specifico – rileva l'esponente di Sinistra Italiana – ha assunto proporzioni notevolissime che impongono l'individuazione di soluzioni celeri. Assistere impotenti alla morte di innocenti causati dalla fauna selvatica è inammissibile.
 
L'attuazione del selecontrollo ossia l'abbattimento dei cinghiali in sovrannumero è risultata una pratica parzialmente efficace". "Sono fermamente convinto – sottolinea Bracco – che la soluzione al problema non sia quella di imbracciare le doppiette bensì l'attuazione di una seria politica regionale il cui cardine deve essere, fra gli altri, l'elaborazione di una procedura per il controllo della fertilità degli animali". "Credere che la problematica causata dagli ungulati possa trovare soluzione grazie a un approccio di stampo esclusivamente venatorio – evidenzia Bracco – è una favola.
 
L'esecutivo regionale prenda dunque atto del parziale fallimento del selecontrollo e si impegni per individuare soluzioni maggiormente incisive nell'ambito di un progetto di più ampio raggio. Lo dobbiamo alla memoria di Daniela e Filippo e a tutte quelle persone – conclude Leandro Bracco – che a causa di questi animali hanno visto la morte in faccia".

 


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