Emozionante Commiato a Don Claudio a Celano: Le Bandiere Sventolano a Mezz'asta

06 Novembre 2023   12:10  

Celano dice addio a un'icona della sua comunità, don Claudio Ranieri, lo storico parroco della città, scomparso venerdì sera all'età di 86 anni dopo una lunga malattia. I funerali del reverendo si sono svolti nel pomeriggio, con la partecipazione di numerosi sacerdoti della Marsica, in una cerimonia che ha visto la cittadina abruzzese unirsi nel lutto.

Il sindaco Settimio Santilli ha decretato il lutto cittadino, che perdurerà fino al termine delle esequie. Le bandiere sono state issate a mezz'asta, mentre edifici pubblici sono stati drappeggiati a lutto. Le attività ludiche sono state sospese, e le manifestazioni pubbliche sono state annullate in segno di rispetto.

Don Claudio Ranieri, una figura gentile, uomo di Chiesa e di profonda cultura, è stato un punto di riferimento per Celano per oltre cinquant'anni. La sua dedizione alla comunità non passa inosservata, e numerosi sono stati i messaggi di cordoglio in suo onore. Il parroco attuale della chiesa di San Giovanni, don Ilvio Giandomenico, ha condiviso le sue parole: "Il nostro amato don Claudio Ranieri è tornato alla casa del Padre. È stato un onore per me accompagnarlo negli ultimi istanti della sua vita. Era il primo venerdì del mese, dedicato al Sacro Cuore, titolare della sua prima parrocchia. Ci stringiamo ai familiari nella preghiera e nella gratitudine al Signore".

Il sindaco ha aggiunto: "Don Claudio ha segnato per oltre 50 anni indelebilmente la storia di Celano. È stato un punto di riferimento per la nostra comunità. Ricordo quando con lui ho indossato le vesti di chierichetto come tanti miei coetanei, come anche la sua catechesi nel cappellone della chiesa di San Giovanni al termine della quale ci faceva giocare a calcio con il pallone di spugna".

Un toccante tributo è giunto anche dal famoso pianista Nazzareno Carusi, noto a livello mondiale: "Don Claudio. Non altro nome, tra i celanesi, indicava chi di noi c’era per tutti. E c’era sempre. Chiediamo a Don Claudio, ci dicevamo tra ragazzi che avevano imparato a conoscere da tempo quel giovane sacerdote arrivato alla parrocchia madre di San Giovanni da quella, di periferia e difficile, del Sacro Cuore. Promosso sul campo dal vescovo Biagio Terrinoni, intorno ai quarant'anni, per succedere a Don Domenico, monsignor Domenico Polla, parroco dall’immediato dopoguerra e, col fratello don Alipio, ultimo meraviglioso prete d’una chiesa ancora all’Ottocento. Alla messa d’insediamento, quarantatré anni fa, ero presente anch’io, arrampicato sulla colonna a destra dell’altare, e la ricordo come fosse ieri. Da allora, finché ho potuto, ogni sabato e domenica ero lì a preparare il coro e suonare l’organo, meglio che si potesse perché la musica, per Don Claudio, era un amore radicale che abbracciava i brani liturgici e le grandi opere soprattutto per il pianoforte, il suo strumento amato. Sentirlo suonare la Ballata in Sol minore di Chopin su un verticalino color dell’ocra scura, mi riempiva di tenerezza allora e, ancora oggi, al ricordo mi commuove. E poi i canti, i più varî, da quelli per Celano da lui composti, più o meno improvvisando, a quelli presi dalle novità musicali che il Vaticano Secondo aveva voluto favorire. Composizioni, queste seguite al Concilio, spesso modeste ma da Don Claudio studiate e preparate perché fossero comunque all’altezza del 'mistero', senza il quale non c’è liturgia né dogma, né fede. Crescevamo così, e lui indossava a perfezione le lenti con le quali leggere le nostre prime vite, i primi amori, i turbamenti, le sciocchezze di noi tutti e mie per primo, che ho continuato a farne imperterrito e ad averne da lui, per decennî, la parola giusta, il conforto, la speranza. Don Claudio, di Celano e noi, ha illuminato lati che migliori erano senza prima apparirlo e ce li ha mostrati in grazia di Colui che ci indicava come luce da seguire. Gli dobbiamo un’infinità d’amore. Era il parroco, ed era un padre. Da anni viveva ritirato, ma continuavamo a sapere che c’era, c’era sempre, e lo sentivamo immortale. Don Claudio. Solo al nome, lo sentiamo ancora chiamarci e benedirci. Un'ultima volta, Celano e noi, i suoi ragazzi".


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