Due interessanti sviluppi, di valenza politico-culturale più che giudiziaria, dell'inchiesta sugli appalti del G8 e della ricostruzione aquilana. Il coordinatore del Pdl nazionale Denis Verdini, indagato per abuso d'ufficio, al 99% non verrà a L'aquila a sostenere l'interrogatorio.
L'altro indagato l'imprenditore Riccardo Fusi in un intervista al Corriere della Sera ammette di aver chiesto aiuto a Denis Verdini, perché ''in Italia funziona in questo modo", e se si voleva ad esempio lavorare a L'Aquila era necessario farsi conoscere da Gianni Letta perché ''Bertolaso faceva gare a trattativa privata e assegnava i lavori a chi voleva lui''.
Il legale di Verdini: ''Al 99% non andiamo''
Il coordinatore del Pdl nazionale Denis Verdini, convocato lunedì prossimo dalla Procura dell'Aquila, da cui è stato indagato per abuso di ufficio, per chiarire gli aspetti dell'inchiesta sugli appalti per il G8 e per la ricostruzione, quasi sicuramente non sarà presente. Lo rende noto il suo legale Marco Rocchi, che spiega: ''Al 99% non andiamo. Parlerò con Verdini per decidere il da farsi, ma siamo orientati a non andare. L'interrogatorio non si rivelerebbe utile, data la debolezza dell'accusa di abuso d'ufficio''.
Cosi supponiamo non la pensa i magistrati Rossini e Capasso, che con Verdini vorrebbero chiarire molte zone d'ombra degli appalti post-sisma. Secondo i magistrati Verdini avrebbe abusato della sua posizione di deputato per favorire l'amico imprenditore Fusi ed i suoi rapporti con tale imprenditore sostenuti secondo i Ros fino alla fine di giugno di 3 anni fa e secondo lui interrotti dal 1996.
Inoltre i magistrati vogliono capire anche la posizione del sottosegretario Gianni Letta, per chiarire se i quattro appalti avuti dal Consorzio Federico II (Map della scuola Carducci, i lavori alla caserma Campomizzi, puntellamenti in centro storico e lavori per la sede Carispaq in corso Vittorio Emanuele e a palazzo Farinosi Branconi) sono stati la conseguenza del suo operato in quanto Verdini ha accompagnato Fusi da Letta per farlo lavorare. Sulla base di tali ipotesi anche lo stesso Letta, come Guido Bertolaso e Gianni Chiodi, potrebbe essere ascoltato quale persona informata sui fatti.
Di tutto questo opinione di Verdini è che si tratti solo di un «castello di carta che molto presto cadrà da solo» e di «indagine che non passerà nemmeno il vaglio del gip poichè è il solito circuito mediatico-giudiziario fondato su frammenti di atti d'indagine di cui non vi è neppure certezza di veridicità, con una continua e sistematica violazione del segreto istruttorio, sostenendo falsità e imprecisioni che saranno puntualmente smentite dalla realtà dei fatti».
Fusi: '' Con la scusa dell'emergenza Bertolaso assegnava i lavori a chi voleva lui...''
"Si', gli chiesi aiuto. In Italia funziona in questo modo". Lo dice in una intervista al Corriere della Sera Riccardo Fusi, l'imprenditore sotto inchiesta per gli appalti del terremoto riferendosi a Denis Verdini, coordinatore del Pdl, anch'egli indagato nell'ambito della stessa inchiesta.
Fusi, pero', aggiunge: "Facevo piu' affari con il centrosinistra". Nell'intervista Fusi racconta: Ogni mattina devo alzarmi e andare a spiegare a tutti, specialmente alle banche, che io e Denis Verdini siamo amici ma non gemelli siamesi". Per Fusi non e' strano "rivolgersi a un politico.
Perche' la Lega non ha le sue aziende? E il Pd non ha le Coop? Non ci vedo nulla di male". Tutto il mondo degli appalti gira intorno ad associazioni, conoscenze, consorterie, perche' non dovrei girarci anch'io?".
"Quando ho avuto bisogno - afferma- con Verdini ci siamo sempre sentiti e abbiamo collaborato. In societa' mai". Per quanto riguarda gli appalti per la ricostruzione dell'Aquila, Fusi sostiene che "i soci locali del Consorzio (Federico II, ndr) erano stufi di rimanere a bocca asciutta perche', con la storia dell'emergenza, Bertolaso faceva gare a trattativa privata e assegnava i lavori a chi voleva lui.
Mi dissero che era necessario farsi conoscere da Gianni Letta. Io alzai il telefono e chiamai Verdini. Ma sono cosi' appoggiato che l'unica gara vinta come Consorzio Federico II e' stata a buste chiuse, con miglior offerta al ribasso".