l numero due della Protezione Civile, Franco Gabrielli, ieri a L'Aquila per un convegno, ha detto la sua sulla presunta militarizzazione della città e delle tendopoli durante l'emergenza post-sismica.
''Si è detto, si è scritto e il messaggio è arrivato anche all'estero attraverso rappresentazioni cinematografiche che l'emergenza in Abruzzo è stata gestita in maniera militare da questa sorte di spectre che sarebbe la Protezione civile. Io però in questi 13 mesi ho visto un altro film - ha detto Gabrielli, in città per un convegno su "Istituzioni, Comunicazione ed Emergenza.
''Si è parlato di una sospensione delle libertà costituzionali - ha dichiarato Gabrielli - ma il problema è che la gente ha la rappresentazione del mezzo di Protezione civile cristallizzata ad epoche che non sono più attuali. Oggi - ha sottolineato Gabrielli - la Protezione Civile è un sistema complesso dove immaginare che politici, istituzioni, rappresentanti hanno consentito sospensione di libertà in questa parte di Italia è un'affermazione forte''.
Un'affermazione, secondo Gabrielli, che fa i conti con quella che è stata la complessa realtà dei campi di assistenza con 171 tendopoli e 8 Com gestiti da diverse organizzazioni che facevano capo anche a enti locali e nazionali.
In tal senso immaginare la possibilità di determinare l'accentramento di potere in una situazione in cui i capi campo venivano sostituiti ogni 15 giorni è cosa difficile, secondo il vice di Bertolaso. Gabrielli risponde anche alle critiche sollevate in merito al fatto che gli Enti locali sarebbero stati esautorati nelle decisioni strategiche.