Secondo quanto emerge dal Rapporto Ecomafia, realizzato da Legambiente in collaborazione con le forze dell'ordine, l'Abruzzo fa registrare un'impennata significativa per quanto riguarda le illegalita' ai danni dell'ambiente: si passa dai 633 illeciti riscontrati nel 2006 ai 1003 del 2007, con un incremento pari al 58,5%.
Il quadro gia' di per se poco incoraggiane, diventa ancora piu' grave spiega una nota - se si considera che l'aumento medio nazionale e' del 27,3. Sale anche il numero delle persone denunciate per violazione delle normative, sono state 750 nel corso del 2007 contro le 719 dell'anno precedente, e quello dei sequestri operati dalle forze dell'ordine, che passano dai 196 del 2006 ai 750 del 2007.
In occasione della tappa vastese, Goletta Verde, la campagna di Legambiente che monitora le acque di balneazione del mare italiano ma che punta i riflettori anche sullo stato delle coste, intende fare il punto su alcune delle maggiori criticita' del litorale abruzzese. I dati del dossier annuale Mare Monstrum 2008 confermano una tendenza negativa sul fronte dell'abusivismo edilizio sul demanio marittimo, inquinamento delle acque, pesca di frodo e infrazioni al codice della navigazione. I numeri del 'mare illegale' vedono l'Abruzzo in 11/ma posizione nella classifica nazionale, ma la lettura del dato in termini di infrazioni per ogni chilometro di costa sposta la regione al quinto posto, con ben 3,71 gli illeciti per chilometro. Allarmante la situazione degli abusi edilizi sul demanio marittimo: il cemento illegale sulle coste registra una crescita del 70%. Siamo di fronte a numeri sconcertanti - commenta Angelo di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo -. Se da un lato l'aumento delle persone denunciate e dei sequestri effettuati e' indice di una maggiore incisivita' da parte delle forze dell'ordine, allo stesso tempo dimostra una preoccupante tendenza negativa ai danni del territorio costiero della nostra regione, con la crescita del numero dei reati piu' alta d'Italia.
I dati parlano chiaro: l'Abruzzo e' una regione messa in difficolta' da attivita' immobiliari sconsiderate che hanno come unico scopo lo sfruttamento del territorio. Per questo - aggiunge Di Matteo -chiediamo maggiore attenzione ai cittadini, alle istituzioni e anche alla classe imprenditoriale e un deciso cambio di direzione, che punti alla qualita' paesaggistica anziche' al business del cemento selvaggio per uno sviluppo sostenibile, per confermare l'immagine dell'Abruzzo come regione verde d'Europa". 31-07-08
Blitz contro il petrolio come fonte energetica da parte di una decina di attivisti di Goletta Verde di Legambiente, sul molo Martello del porto di Ortona, in concomitanza dell'ormeggio della Goletta che ha fatto ieri tappa a Vasto e che domani pomeriggio sarà a Giulianova. "In marcia per il clima. Uscire dal petrolio": questa la scritta su uno striscione. Subito dopo gli attivisti si sono incontrati con i giornalisti ai quali hanno spiegato che l'Abruzzo risulta essere regione leader nella corsa all'oro nero con il 35% del territorio interessato dalla filiera degli idrocarburi. Per Legambiente, il rischio di un'intensa attività petrolifera estrattiva è divenuto più concreto dopo l'11 settembre 2001, quando la Regione Abruzzo ha siglato un'intesa con Eni, per evitare lo smantellamento del distretto Agip di Ortona, finalizzata ad un programma di impianti e di trivellazioni petrolifere, compresa la realizzazione del Centro Oli ad Ortona. Le ultime 9 richieste di esplorazione della Petroceltic nel tratto di mare di 60 chilometri antistante la costa Teatina sono la conferma, per l'associazione, dell'escalation in atto. "E' evidente che siamo di fronte ad una preoccupante strategia petrolifera nella nostra regione - commenta Angelo Di Matteo, presidente di Legambiente Abruzzo -. Ma le richieste delle compagnie petrolifere vengono sempre soddisfatte in maniera unilaterale, senza un tavolo di confronto con le amministrazioni locali e soprattutto con le comunita". 01-08-08