I fenomeni luminosi del terremoto e il loro possibile impiego

20 Maggio 2010   09:28  

Sono un ricercatore della fisica del terremoto e nei mesi successivi all'evento del 6 aprile 2009 ho attraversato la regione colpita dal sisma per raccogliere dalla popolazione le testimonianze sui fenomeni osservati prima, durante e dopo il terremoto.

Vorrei ringraziare calorosamente tutti coloro che mi hanno gentilmente ascoltato e concesso del tempo per raccontare la loro esperienza e gli avvistamenti che hanno riportato, nonché per la squisita ospitalità che ho sperimentato, GRAZIE.

Un ringraziamento va anche agli operatori della Protezione Civile che hanno contribuito a questa impresa dandomi la possibilità di incontrarvi.

Ora sto cercando di rendere utili all'intera comunità le osservazioni raccolte. Per questo ho scritto e pubblicato un primo articolo scientifico sulla rivista "Natural Hazard and Earth System Science", dedicato ai numerosi fenomeni luminosi del terremoto di L'Aquila. La speranza è che queste osservazioni possano essere di aiuto a un maggiore approfondimento nello studio dei terremoti e a chi si troverà nella situazione di dover decidere se dormire fuori casa in occasione di uno sciame sismico.

Le luci sismiche, conosciute sin dall'antichità, si manifestano con forme e colori molto variabili e possono caratterizzare diversi momenti di un terremoto. Luce diffusa simile al rossore del tramonto e nuvole arrossate sono state viste e fotografate (fig.1 dell'articolo) qualche ora prima della scossa, mentre sfere luminose sono state avvistate, fotografate (fig.3 dell'articolo) e riprese (fig.2 dell'articolo) fino a qualche mese prima.

I flash di luce, in qualche occasione descritti come così estesi da illuminare l'intero cielo, sono stati avvistati principalmente durante l'evento e rappresentano il fenomeno

più comunemente osservato. Scariche elettriche di scarsa luminosità sono apparse principalmente durante e dopo il sisma mentre enormi fiammate, solitamente di colore rosso, sono state viste principalmente dopo, fino a qualche ora dall'evento sismico.

L'articolo è consultabile liberamente all'indirizzo: http://www.nat-hazards-earth-syst-sci.net/10/967/2010/nhess-10-967-2010.html in esso è stata riportata anche una mappa (fig.4dell'articolo) con i principali avvistamenti indicati dalla popolazione e una tabella con il loro elenco (nel materiale supplementare).

Ulteriori approfondimenti in italiano sono disponibili alla pagina: http://www.itacomm.net/PH/CIPH/EQL.html .

Nelle conclusioni della pubblicazione si propone di utilizzare questo genere di osservazioni la dove si presenti uno sciame sismico per avere ulteriori informazioni sul modo di progredire dello sciame. Eventuali avvistamenti dovrebbero, tuttavia, essere considerati con cautela e, soprattutto, comunicati agli esperti del settore, i quali provvederebbero ad accertarne al più presto l'origine.

 

Dott. Cristiano Fidani


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